La crisi economica con cui l'Italia ha dovuto fare i conti negli ultimi anni ha inevitabilmente influito sullo stile di vita delle famiglie presenti nel nostro paese. I mercati sono in stallo, il lavoro sempre più precario e i giovani sono costretti a lasciare la propria città in attesa di tempi migliori. Se inoltre per neolaureati e giovani professionisti le situazione non è certo delle migliori, per le famiglie in generale la situazione rischia addirittura di essere peggiore. Sono sempre di più infatti le persone che a stento riescono ad arrivare a fine mese e, tra questi, molti sono purtroppo i soggetti a rischio povertà con a carico figli minori.

La perdita involontaria del lavoro, un impiego precario o l'impossibilità di inserirsi stabilmente all'interno del mercato del lavoro sono dei problemi seri con cui tutte le famiglie italiane devono fare oggi i conti. Proprio a questi e a tutti i soggetti in possesso dei requisiti si rivolge il Reddito di inclusione: un assegno mensile - oscillante tra i 190€ e i 485€ che il prossimo anno - nella sua prima fase - coinvolgerà complessivamente 660 mila famiglie italiane (di cui 560 con figli minori).

L'approvazione è arrivata giovedì 8 giugno, durante il Consiglio dei Ministri, e si rivolge ai nuclei famigliari con redditi ISEE minori o uguali a 6 mila euro e un patrimonio immobiliare non superiore agli euro 20 mila (esclusa la prima casa di abitazione).

L'importo dovrebbe essere erogato dunque - come già accennato sopra - a partire dall'anno prossimo e sarà compatibile con lo svolgimento di un'attività lavorativa. Lo stesso assegno invece non verrà riconosciuto a chi già è percettore di NASPI e/o a chi ha perso il lavoro involotariamente e gode già di altre misure previdenziali di sostegno al reddito.

Il sistema del Reddito di Inclusione, così come strutturato nel decreto approvato l'altro ieri, e ora lasciato al vaglio delle Commissioni Parlamentari (le quali si dovranno esprimere entro 60 giorni), prevede la fruizione dell'importo mensile per un periodo massimo di 18 mesi, e lo stesso verrà riconosciuto solo se il soggetto si impegnerà nello svolgimento di determinate attività/opere o servizi (un passaggio importante questo poichè, come è facile intuire, condizionerà il riconoscimento stesso dell'assegno).

Quali saranno i termini, i tempi e le procedure da rispettare per essere fruitori del Reddito di Inclusione dunque lo sapremo solo una volta approvato il decreto dalle Commissioni in Parlamento e portato a termine l'iter procedimentale.