Entro il 2022 dovranno essere rottamati (o dotati di un nuovo decoder esterno) 40 milioni di televisori, perché soltanto circa 5 milioni di televisori in Italia sono già compatibili con il digitale di seconda generazione, il DVB-T2, il nuovo sistema per le trasmissioni digitali terrestri che sostituirà lo standard operativo attuale dal 30 giugno 2022.
Già dall’1 gennaio di quest’anno gli unici televisori che possono essere commercializzati sono quelli dotati di tecnologia T2-HEVC, dunque già in grado di ricevere trasmissioni su banda 700 Mhz. Per non lasciare senza televisione la maggioranza degli italiani, cioè tutti coloro che non hanno televisori adatti a ricevere su quella frequenza.
l’abbandono dell’attuale digitale e il passaggio al nuovo sistema avverrà nell’arco di 2 anni, a partire dal 2020, secondo un piano nazionale di assegnazione delle frequenze tv (Pnaf) che l’Agcom, l’Authority delle comunicazioni, dovrà predisporre entro il prossimo 31 maggio (il piano comporterà anche un cambiamento della numerazione unica, il cosiddetto LCN, che indica la posizione delle varie emittenti tv sul telecomando).
Il Ministero dello Sviluppo economico ha reso noto che lo spegnimento delle frequenze oggi in uso da parte delle emittenti locali avverrà gradatamente a partire dall’1 gennaio 2020 e che fino al 2022 non è prevista in alcun modo l'introduzione di tecnologia T2-HEVC bensì l'uso di tecnologia MPEG-4, già accessibile ai televisori più recenti e ampiamente disponibile per tutti gli italiani nel 2020.
La tecnologia T2-HEVC arriverà soltanto alla fine di questo periodo transitorio, nel 2022, data per la quale si confida che, proprio in virtù del divieto di commercializzare televisori non adatti alla nuova tecnologia a partire dall’1 gennaio di quest’anno, ci sia stato in Italia un sufficiente ricambio di televisori da consentire a tutti di ricevere i vari canali televisivi sulla frequenza 700 Mhz.
In attesa di prevedibili incentivi per la rottamazione dei televisori, già nella manovra finanziaria in via di predisposizione, resta peraltro il dubbio che nei condomini il passaggio al digitale di seconda generazione renda necessari interventi anche sull'impianto di antenna per evitare di restare completamente tagliati fuori dalle trasmissioni televisive, pur con un televisore idoneo a riceverle.
Le date del 2020 e del 2022 sono state fissate dalla Commissione europea per tutti i Paesi della Ue, ma il periodo di transizione appare decisamente più corto di quello che fu stabilito per il passaggio al digitale terrestre di prima generazione: allora il tempo concesso fu di 6 anni, stavolta sarà di 2 anni.