I grandi soci di prelios, uno dei più grandi gruppi europei specializzato nei servizi al mercato real estate: Pirelli, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Fenice, hanno deciso di declinare l’offerta di acquisizione della società, da parte dei cinesi di CEFC, China Energy Company Limited, compagnia che si occupa di energia e servizi finanziari.
L’opa lanciata da CEFC riguardava il 44,86% della società italiana. Il rifiuto è stato motivato, secondo quanto esplicitato in una nota congiunta dei venditori, da una mancanza di documentazione bancaria sufficiente che attestasse la disponibilità per il pagamento, da parte di CEFC, del costo dell’operazione.
In questo modo ritorna in auge l’offerta iniziale della Burlington Loan Management Dac, gruppo di investimento di diritto irlandese amministrato da Davidson Kempner Capital Management, di 0,105 euro per azione, contro i 0,116 euro offerti dal gruppo cinese.
L'iter dell'operazione
Il 26 luglio scorso Pirelli, Intesa Sanpaolo, UniCredit e Fenice avevano reso nota la sottoscrizione di un contratto con la Burlington Loan Management Dac. Il contratto riguardava la compravendita, da parte di una società di diritto italiano da costituirsi e interamente controllata, direttamente o indirettamente, dalla Burlington, delle 611.910.548 azioni Prelios in possesso dei venditori, a un prezzo fissato per azione di 0,105 euro.
L’operazione era pari a 64.250.607,56 euro, così suddivisi: 15.553.400,21 di euro a Pirelli, 12.364.011,14 di euro a Intesa Sanpaolo, 14.179.435,10 di euro a Unicredit e 22.153.761,11 di euro a Fenice. Il contratto prevedeva che, prima della data del closing (31 gennaio 2018), in caso di offerte superiori da parte di terzi, Burlington aveva il diritto di aumentare il prezzo pattuito e, in caso contrario, gli attuali soci avrebbero potuto recedere dal contratto pagando gli importi pattutiti da contratto.
L'offerta era però subordinata ad una serie di condizioni e prevedeva il successivo lancio di un'Opa. Due giorni dopo a seguito della sospensione del titolo in borsa, giungeva la generosa controfferta cinese. Ma, a detta dei soci, oltre alla mancanza di una documentazione bancaria appropriata, l'offerta di CEFC prevedeva “condizioni sospensive ulteriori rispetto a quelle previste dal Contratto Burlington”.
Ai mercati gli sviluppi della vicenda non sono stati molto graditi, tanto che il titolo di Prelios in Borsa è arrivato a perdere più del 4 per cento.