Dopo il recente articolo sulla rottamazione bis delle cartelle esattoriali predisposta dal Governo con la legge di Bilancio 2017, ci occupiamo di un altra misura non proprio a favore dei contribuenti, relativa ai termini di prescrizione delle varie gabelle. Fino ad oggi, ad esempio, chi dimenticava di pagare la tassa automobilistica entro il mese successivo a quello di scadenza e riceveva una cartella esattoriale da Equitalia con le sanzioni e gli interessi, poteva in alcuni casi fare un sospiro di sollievo. Infatti, dopo 36 mesi e un giorno, il cosiddetto bollo auto era soggetto alla prescrizione triennale.

Le cose potrebbero però cambiare con la prossima legge di Bilancio 2018.

Il tempo di prescrizione della cartella esattoriale per bollo auto, Imu,Tasi e TARSU non sarà più di 3 -5 anni, variabile a seconda della natura del tributo, ma si allunga fino ad arrivare a 10 anni. A stabilirlo un emendamento della legge di bilancio 2018 che cancella con effetto ‘ex tunc’ gli effetti favorevoli ai contribuenti stabiliti dall’autorevole sentenza della Cassazione a Sezioni Unite pubblicata nel 2016. Con la sentenza n. 23395/16 i giudici di legittimità hanno precisato che la cartella, in quanto atto amministrativo ha una prescrizione che varia in base alla tipologia di tributo di cui si chiede il pagamento e rimane tale sebbene non contestata.

La stessa non può infatti assimilarsi ad una sentenza definitiva, che si prescrive in 10 anni.

In arrivo la prescrizione di 10 anni per tutte le cartelle di pagamento

Anche dopo 60 giorni dalla notifica, la prescrizione ad esempio per il bollo auto resta di 3 anni, decorrendo quindi dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui il pagamento è dovuto.

Tale principio di diritto enunciato in sintesi dalla Cassazione è stato disatteso dal Governo che va a incidere su tutte le cartelle notificate in passato, posto che tale emendamento introduce una disposizione avente effetto retroattivo che allunga di fatti i tempi di prescrizione della cartella non impugnata nei 60 giorni dalla notifica.

La norma, se da una parte incide negativamente su tutti coloro che hanno debito con il Fisco, dall’altra avvantaggia l’Agenzia delle Entrate Riscossione consentendole di aver più tempo sua disposizione per eseguire i pignoramenti. Se volete rimanere aggiornati con altre news, [VIDEO] cliccate il tasto "segui" che trovate in altro a sinistra accanto l'autore