La Legge di Bilancio 2018, in base ad un emendamento proposto dal Pd, di cui abbiamo dato conto in precedenti articoli, potrebbe contenere l'obbligo di fatturazione ad 1 mese ma non solo. Potrebbero essere previsti anche dei rimborsi da parte degli operatori nei confronti degli utenti. Di conseguenza, cominciano a emergere le strategie commerciali che i diversi provider di servizi telefonici ed internet intendono attuare per controbilanciare la perdita di fatturato che inevitabilmente questo comporterà.
E la prima, in ordine di tempo, è proprio Tim.
Sembra, infatti, che il nuovo Amministratore Delegato della società, l'israeliano Amos Genish, abbia allertato i principali manager del gruppo telefonico di un prossimo restyling delle tariffe telefoniche, sopratutto dal lato delle utenze fisse e del traffico dati.
I tempi di attuazione del piano e l'eventuale rincaro
Secondo quanto è dato sapere, la modifica dei prezzi viene studiata in queste ore è dovrebbe vedere la luce quanto prima, forse anche a fine anno. Comunque prima dell'approvazione della egge di Bilancio 2018 e del Decreto Fiscale. Sembra, inoltre, che l'impalcatura del nuovo piano commerciale ruoterà intorno ad un rincaro dei prezzi delle tariffe stimato dai bene informati intorno al 10%.
Questo garantirà introiti per circa 300 milioni di euro, esattamente quanto serve per sterilizzare il ritorno alla fatturazione mensile.
Le mosse degli altri operatori
Sulla stessa lunghezza d'onda sembrano muoversi gli altri grandi operatori del mercato. In particolare, Wind - Tre, che ha in essere un contenzioso con l'Agcom, avrebbe manifestato alla stessa autorità la volontà di tornare a breve alla fatturazione mensile.
Ma avanza una richiesta, avallata anche dai suoi diretti concorrenti, una norma dell'autority utile a mantenere i propri clienti. In pratica, si vorrebbe impedire a clienti di migrare verso operatori più convenienti.
D'altra parte, anche Wind - Tre si starebbe preparando ad annunciare un prossimo aumento delle tariffe. Da quello che trapela, comunque, per le utenze Wind la spesa annua sarebbe la stessa solo spalmata su 12 mensilità anziché 13, come ora.
Le future sanzioni Agcom
Non è detto che l'Agcom accetti un tale compromesso anche perché, finora, la sua posizione era che i clienti mantenessero il diritto di cambiare operatore. Per di più, il decreto concorrenza prevedeva la possibilità di raddoppiare l'importo delle sanzioni che Agcom può comminare. Comunque, molto probabilmente, un compromesso verrà trovato. È infatti interesse del Governo che gli operatori telefonici abbiano le risorse necessarie per partecipare all'asta per le frequenze 5G, cosa che verrebbe quanto meno ridimensionata se queste dovessero provvedere a pagare qualche miliardo di risarcimenti. Riducendo, giocoforza, le entrate per lo Stato.