L'anno sta per chiudersi e già cominciano a girare consuntivi e previsioni su quello che sarà, dal punto di vista dei mercati azionari e obbligazionari il 2018. Data, infatti, una serie di fattori positivi convergenti, primo fra tutti il Qe della bce, ma anche tassi di interesse negativi e una modesta ma persistente crescita economica, ci troviamo, attualmente, in una fase rialzista storica dei corsi azionari e obbligazionari. L'interrogativo principale, ora, è quanto potrà durare ancora?
Vediamo di rispondere alla domanda attraverso una breve considerazione del quadro generale, e poi passeremo ad indicare i fattori di rischio, che secondo molti analisti ed esperti del mercato, potrebbero condurre ad una nuova crisi finanziaria globale, non profonda come quella che abbiamo vissuto dal 2008, ma tale da indurre una profonda correzione dei valori azionari ed obbligazionari.
Il quadro generale del mercato borsistico occidentale
Parlare di quadro generale dei valori borsistici occidentali presuppone, necessariamente, l'analisi di ciò che sta accadendo nella più forte economia occidentale, gli Stati Uniti d'America. Secondo un report diffuso da Sociéte Generale l'indice S&P500 scambia, attualmente, su dei volumi che sono circa 23 volte la somma di tutti gli utili futuri stimati delle aziende quotate sul listino americano. Se si considera, poi, che da diverse settimane sia il Dow Jones che il Nasdaq stanno inanellando record su record si cominciano a capire meglio le preoccupazioni degli operatori. Ma ciò che, veramente, non fa dormire sonni tranquilli ai traders è il mercato dei bond societari.
La situazione del mercato obbligazionario
Sui mercati obbligazionari di tutto il modo vengono scambiati centinaia di obbligazioni differenti. Ma il tipo che, secondo alcuni, potrebbe essere alla base della prossima crisi finanziaria globale, è quello delle obbligazioni high yeld.
Queste sono titoli di debito, di solito gestite e scambiate da fondi obbligazionari, di società con una minore solvibilità.
Di conseguenza, presentano dei rendimenti più elevati, ma a fronte, ovviamente, di un rischio decisamente più alto a carico del potenziale investitore. Nel contesto attuale, infatti, caratterizzato da tassi di interesse negativi e rendimenti al minimo, questi titoli attirano chi è alla ricerca di elevati rendimenti. Anche la Federal Reserve americana, ultimamente, ha messo in guardia contro gli squilibri finanziari in forte aumento.
Inoltre, in questa prossima crisi finanziaria potrebbe avere un ruolo da protagonista, suo malgrado, la Cina. Attualmente i valori dei suoi titoli obbligazionari continuano a salire, tanto che alcuni analisti stimano che solo il prossimo anno ci siano oltre 1000 miliardi di debiti societari da ripagare. Ma la situazione, in Italia, qual'è?
La situazione del mercato dei bond italiani
L'Italia, dal punto di vista del mercato obbligazionario, non è un caso a se stante. Secondo alcuni, infatti, anche da noi i gestori di fondi perennemente alla ricerca di elevati rendimenti avrebbero investito pesantemente in bond ad alto rischio, pressati anche dal coprire i costi di gestione dei fondi.
Fino a quando la politica di acquisto dei titoli della bce andrà avanti problemi non ce ne saranno.
Ma prima o poi questa dovrà finire, come ha fatto capire anche Mario Draghi. E quando questo accadrà si potrebbero verificare dei cali consistenti delle quotazioni di questi fondi pieni di titoli di debito con rating BB, cioè titoli di debito prevalentemente speculativi.