Con l'intervento di ieri del Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in Parlamento si avvia ufficialmente la discussione sul nuovo Documento di Economia e Finanza (conosciuto meglio come DEF). Si tratta a tutti gli effetti di un primo vero e proprio confronto politico tra le nuove forze emergenti dall'ultima elezione, sebbene la mancata formazione di un nuovo Governo pesi non poco sul contesto generale. Infatti, mentre si concretizza sempre più il rischio di dover ricorrere a nuove elezioni, le scadenze fiscali incombono e mettono il sistema economico sotto pressione.
Un fenomeno che risulta particolarmente evidente per le cosiddette clausole di salvaguardia, che se attivate potrebbero comportare nuovi e pesanti oneri per gli italiani. Vediamo insieme tutti i dettagli nel nostro nuovo articolo di approfondimento.
L'avvertimento di Padoan contro l'incertezza politica: un freno per gli investimenti
Purtroppo proprio la situazione di stallo politico rispetto alla formazione di un nuovo Governo sembra pesare maggiormente sulle prospettive economiche dell'Italia, mentre i primi riverberi negativi si sono potuti già riscontrare nelle quotazioni di borsa della giornata di ieri (con l'indice FTSE - MIB che ha registrato per tutto il giorno perdite nell'ordine dell'1,5-2%).
Una situazione che non è stata nascosta nemmeno dal Ministro dell'Economia uscente, il quale ha avvertito il Parlamento contro "il prolungarsi dell'incertezza", che rappresenta un rischio "potenzialmente in grado di frenare la ripartenza degli investimenti".
La preoccupazione per le clausole di salvaguardia
L'altro tema chiave, come già evidenziato all'inizio dell'articolo, riguarda la prospettiva di un aumento dell'IVA e delle gravi conseguenze che ne potrebbero risultare sia a livello macroeconomico (con un impatto negativo della crescita), sia a livello micro (con costi indiretti a carico dei cittadini per centinaia di euro l'anno).
Il rappresentante del Mef, rivolgendosi ai parlamentari, sottolinea la cornice di un possibile intervento. "È chiaro che c'è una ferma volontà di disinnescare le clausole di salvaguardia. Il modo per farlo è semplicemente quello di agire sia in nota di aggiornamento del Def, per cambiare il quadro e i saldi, e in legge di Bilancio con misure specifiche".
Una situazione sulla quale, specifica Padoan, "non c'è assolutamente alcun bisogno di fare interventi ulteriori".
I prossimi passaggi parlamentari ed il destino del DEF
Resta il fatto che il destino del Documento di Economia e Finanza passerà ora per le verifiche del Parlamento. L'esame effettivo partirà solo nella prossima settimana, mentre dovrebbe necessariamente terminare entro il prossimo 17 maggio 2019. Dopo tale scadenza, verrà infatti il turno dei gruppi parlamentari, che potranno presentare le proprie risoluzioni. L'aspettativa è di trovare la quadra per un intervento condiviso tra le diverse fazioni politiche almeno sulla sterilizzazione dell'IVA. Un compito sul quale, in linea di massima, tutte le formazioni hanno espresso l'intenzione di provare a cercare una soluzione comune.
D'altra parte, al momento nulla può essere dato per scontato. Non si può infatti evitare di ricordare come la situazione politica resti fortemente sensibile a sviluppi anche inaspettati. Il rischio di una mancata intesa segue l'evoluzione del dibattito nazionale e resta un fronte dal quale ogni tentativo di arrivare ad un accordo è finora fallito, nonostante tre diverse consultazioni.
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