Dopo la tragedia del crollo parziale del Ponte Morandi di Genova, sono stati in molti ad aver messo sotto accusa la scarsa manutenzione alla rete autostradale italiana, a partire anche da esponenti del Governo come Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Danilo Toninelli che hanno messo in discussione la permanenza della concessione di gestione autostradale agli attuali gestori privati.

In particolare, specie sui social network, in molti stanno parlando del "monopolio in mano ai Benetton" riferendosi alla rete autostradale. Ma in pochi hanno davvero approfondito la composizione societaria di Autostrade per l'Italia.

La quale peraltro non è l'unica concessionaria delle autostrade italiane, pur avendo con i suoi 2960 km una fetta maggioritaria delle gestione delle strade "a pagamento" del Belpaese.

Uno sguardo a chi sono tutti i proprietari di Atlantia, la società che detiene il 100% di Autostrade per l'Italia

Intanto va precisato che Autostrade per l'Italia S.p.a. è controllata interamente da parte di Atlantia S.p.a., una società che ne possiede il 100% del capitale sociale. Essa attualmente ha come presidente Fabio Cerchiai e come amministratore delegato Giovanni Castellucci. Tale società non si occupa solo delle autostrade italiane ma anche di quelle situate in Brasile, Cile, India, Polonia, come pure della gestione degli aeroporti romani di Fiumicino e Ciampino e dei tre aeroporti francesi di Nizza, Cannes-Mandelieu e Saint Tropez.

Guardando a chi detiene il pacchetto azionario di Atlantia (secondo quanto dichiarato alla Consob a marzo sorso), scopriamo però che i Benetton sono proprietari di poco più del 30% delle azioni, detenute tramite la holding Edizione Srl. La maggioranza delle quote di Atlantia non è quindi in mano alla nota famiglia veneta. Oltre l'8% delle azioni è infatti di proprietà di GIC Private Limited, un fondo di Singapore.

Vi è poi un 5% in mano alla statunitense Blackrock, vale a dire la più grande società di investimento nel mondo con sede a New York (essa ha complessivamente un patrimonio totale di oltre 6.000 miliardi di dollari, di cui 1/3 in Europa). Un altro 5% è invece in mani italiane, precisamente alla fondazione Cassa di Risparmio di Torino.

Un ulteriore 5% è invece nelle mani di HSBC, uno dei più grandi gruppi bancari del mondo, con sede a Londra, esso è anche primo istituto di credito europeo per capitalizzazione con 157,2 miliardi di euro. Vi è poi oltre il 45% in mano a numerosi piccoli azionisti e uno 0,96% costituto da azioni proprie di Atlantia stessa.

Insomma, stando a questa breve osservazione della partecipazione azionaria di Atlantia (la quale come dicevamo detiene il 100% di Autostrade per l'Italia), non sarebbe certo soltanto la famiglia Benetton a essere "danneggiata" da eventuali ritiri governativi delle concessioni autostradali italiane, ma ciò avrebbe conseguenze su vari fondi di investimento internazionali.

Intanto è notizia di oggi che dopo il disastro del Ponte Morandi di Genova e le "minacce" del Governo di ritirare le concessioni, le obbligazioni di Atlantia con scadenza luglio 2027 hanno ceduto il 4,01% a 92,8 mentre il bond da 700 milioni con scadenza settembre 2029 sono scivolati del 4,3% a 91,79 punti.