Appena due giorni fa eravamo qui a evidenziare come la spesa media per le forniture di energia elettrica e gas italiana sia superiore del 15% rispetto a quella europea secondo un recente studio del sito di comparazioni "Facile". Ora l'Arera, l'autorità per il mercato energetico, annuncia che dal prossimo 1 ottobre 2018 le bollette di energia elettrica e gas subiranno dei nuovi rincari. In termini percentuali si tratta di un aumento di circa il 7,6% per quanto riguarda la luce e del 6,1% per quanto riguarda il gas. In valori assoluti la spesa annua dovrebbe aumentare, secondo le stime effettuate dall'Arera, di circa 32 euro l'anno per l'energia elettrica e di 61 euro l'anno per il gas.
Se si considera il cosiddetto anno scorrevole, cioè il periodo dal 1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2018, la spesa per le famiglie italiane assomma a 552 euro per la luce e di ben 1096 euro per il gas. Si tratta dell 'ennesimo aumento, l'ultimo in ordine di tempo risale al mese di luglio 2018, che ha fatto andare su tutte le furie le associazioni dei consumatori. Il Codacons ha già anticipato che farà ricorso al Tar contro questa ennesima stangata.
La decisione dell'Arera e i fattori che incidono sul prezzo
Anche l'Arera si è resa conto che il peso della spesa energetica starebbe raggiungendo livelli veramente pesanti per gli utenti - consumatori. Questo fondamentalmente per le tensioni internazionali che hanno inciso fortemente sul prezzo delle materie prime energetiche.
Di conseguenza, per ridurre l'impatto sui consumatori, l'Arera avrebbe deciso di bloccare gli oneri generali di sistema. Quest'azione rappresenta il massimo grado di protezione che l'Autorità può mettere in campo a tutela dei consumatori. Il blocco degli oneri di sistema durerà altri tre mesi. Quindi, di fatto, gli aumenti saranno inferiori a quello che sarebbero stati senza questo intervento dell'autorità.
Anche se, come mette in evidenza "Il Sole 24 Ore" ad influenzare i nuovi rincari oltre all'aumento delle materie prime una parte è dovuta anche all'aumento dei costi di dispacciamento.
In pratica, dato che l'energia elettrica non può essere immagazzinata, il gestore della rete elettrica, in questo caso Terna Spa, deve fare in modo che venga trasportata l'esatta quantità di energia richiesta dai consumatori, indipendentemente dal fatto che siano utenti domestici o imprese. Questo deve essere fatto garantendo l'equilibrio costante tra domanda e offerta di energia in modo del tutto sicuro.
Anche per quanto riguarda il gas ad incidere sui rincari sono stati principalmente i costi di approvvigionamento. Infatti sulle tariffe dei gas, come mette in evidenza "Repubblica", ha inciso la maggiore domanda proveniente dai mercati asiatici, in particolare per Il Gnl cioè il gas liquido trasportato via mare.
Questo non solo ha fatto salire le quotazioni, ma limita la disponibilità in Europa facendo impennare ulteriormente i prezzi all'ingrosso. Un altro fattore che ha inciso sulla crescita dei prezzi per gli utenti finali è la crescita abnorme dei prezzi dei cosiddetti permessi per inquinare immettendo CO2 nell'ambiente. Si tratta di veri e propri titoli assegnati alle aziende produttrici di energia elettrica e che possono essere liberamente scambiati sul mercato. Questi titoli forniscono una sorta di diritto ad inquinare e nell'ultimo anno il loro prezzo è cresciuto di quasi il 30%. Lo scopo di questo strumento è spingere le aziende produttrici a fare in modo di essere meno inquinanti visti gli alti costi dei permessi. Ma tali costi si ripercuotono, inevitabilmente, sui costi di produzione e sulle bollette. Comunque, l'azione dell'Arera dovrebbe consentire ai consumatori risparmi stimati per circa 1 miliardo di euro.
La reazione del Codacons
Da parte loro le associazioni dei consumatori sono estremamente critiche nei confronti di questa ennesima stangata sulle bollette. Secondo il Presidente del Codacons, Carlo Rienzi, da inizio anno le bollette della luce sono rincarate di circa il 14% mentre quelle del gas di quasi l'11,5%. Rialzi che il Codacons giudica del tutto ingiustificati anche tenendo conto degli aumenti delle materie prime. Sopratutto perché vanno a gravare sui bilanci familiari, in particolare delle famiglie con redditi medio - bassi. Di conseguenza, il Codacons avrebbe intenzione di esaminare tutta la documentazione che avrebbe portato l'Arera a varare i nuovi aumenti e se si dovessero riscontrare prove che evidenziano che gli aumenti sono dovuti alla speculazione sui mercati all'ingrosso è pronto a fare ricorso al Tar per bloccare l'innalzamento delle tariffe.