Il reddito di cittadinanza raggiungerà tanti stranieri, non pochi "over 50" ma solo una minoranza di giovani: l'attesa misura di assistenza economica ai cittadini in difficoltà, vincolata alla ricerca attiva di lavoro e al rispetto di rigorose prescrizioni a carico del beneficiario, ha assunto ormai connotati diversi dall'originaria versione inclusa nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle. Con la scelta di legare al valore dell'ISEE e di restringere ulteriormente la platea di interessati mediante la previsione di molteplici “paletti” (come il computo separato del patrimonio mobiliare, preclusivo del diritto all'assegno mensile se superiore ai 6mila euro), il governo ha ridotto in maniera drastica la spesa destinata al RdC, rientrando senza problemi nei parametri imposti da Bruxelles.
Reddito di cittadinanza, boom di domande da stranieri
Si prevede infatti, alla luce dell'attuale flusso di richieste pervenute sul territorio ai centri di assistenza fiscale e online al sistema centralizzato dell'INPS, un esborso per lo Stato tendenzialmente inferiore ai 6,1 miliardi accantonati nell'ultima legge di bilancio. A fare la parte del leone, in queste prime due settimane di apertura delle istanze di candidatura al reddito, sono gli "over 50" precari o in cerca di occupazione: si tratta di decine di migliaia di cittadini colpiti duramente dalla crisi dell'ultimo ventennio e solo in parte già raggiunti da provvedimenti dello stesso tenore come il Rei, in vigore fino al 2019. Tanti, stando alle statistiche diffuse dalla Consulta Nazionale dei Caaf, gli stranieri con residenza in Italia da almeno 10 anni con le carte in regola per ottenere l'assegno da 780 euro al mese (e relative integrazioni determinate dalla presenza in famiglia di minori a carico) a partire da aprile.
Stranieri e 50enni "monopolizzano" il reddito di cittadinanza
Dal giorno del “via libera” ufficiale alle domande e cioè dal 6 marzo scorso, una percentuale inferiore al 7% di “under 30” ha presentato domanda agli uffici competenti oppure con procedura telematica, con una distribuzione territoriale che, in questo caso, vede i giovani del Sud più interessati degli omologhi residenti da Roma in su (10% i primi, neanche la metà i secondi).
Un fenomeno, quello fotografato dagli addetti ai lavori nel campo dell'assistenza fiscale, che si spiega da un lato con la permanenza nel nucleo familiare dei ragazzi privi di autonomia economica e dall'altro con l'impossibilità di presentare richiesta in presenza di fonte di reddito stabile.