Le aziende dell'indotto ex Ilva, nonostante le rassicurazioni dei giorni scorsi dell'ad Lucia Moselli, sono in mobilitazione dinanzi alla portineria C dello stabilimento di Taranto per il mancato pagamento delle fatture da parte della multinazionale ArcelorMittal. Il credito che avanzano è di circa 50 milioni di euro.

Per queste aziende e i loro operai si tratta di un incubo che sembra ripresentarsi dopo il buco di 150 milioni di euro determinatosi nel 2015 con il passaggio dai Riva alla gestione commissariale.

Al presidio sono presenti gli autotrasportatori, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e il Presidente della Confindustria di Taranto, Antonio Marinaro.

Nel frattempo il Tribunale di Milano ha avvisato ArcelorMittal di non procedere allo spegnimento degli altiforni fino alla decisione sul ricorso cautelare presentato dai legali dei commissari straordinari.

Alle 19:30 di oggi il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella riceverà i sindacati generali, CGIL, CISL, UIL per discutere del caso ex Ilva e delle numerose crisi aziendali in corso in tutto il Paese.

Secondo Michele Emiliano le fatture potrebbero essere pagate dalla Regione Puglia

Al presidio si è aggiunto anche il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano che ha definito questa mobilitazione un "blocco intelligente" perchè permette alle merci di entrare per alimentare la fabbrica.

Inoltre, ha avanzato una proposta: la Regione Puglia potrebbe pagare alle aziende dell'indotto gli insoluti che avanzano dalla multinazionale: in tal modo la stessa Regione diventerebbe creditrice di ArcelorMittal.

Il Tribunale di Milano avvisa ArcelorMittal di non spegnere gli altiforni

Dopo la comunicazione dell'ad Lucia Morselli del piano di spegnimento degli altiforni dello stabilimento, il giudice del Tribunale di Milano, Giulio Marangoni, ha chiesto ad ArcelorMittal di non prendere iniziative e condotte relative all'operatività e funzionalità dello stabilimento fino alla decisione sul ricorso d'urgenza presentato dai legali dei commissari straordinari.

Di conseguenza, questa decisione determinerà un rallentamento del programma dello spegnimento dell'acciaieria 1 e dell'altoforno 2, predisposto dal'azienda. L'udienza sul ricorso d'urgenza ex 700 è fissata per il 27 novembre, presso il Tribunale civile di Milano.

Il governo lavora a due possibili soluzioni

Secondi alcuni rumor, ArcelorMittal strarebbe preparando una proposta che prevede la reintroduzione dello scudo penale, gli esuberi collegati al dissequestro dell'altoforno 2 dove perse la vita un operaio nel 2015 e la revisione del piano industriale dove potrebbe inserirsi la Cassa Depositi e Prestiti.

La seconda opzione (piano B), stando alle dichiarazioni del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, sarebbe l'amministrazione straordinaria e un prestito ponte che porterebbe l'azienda in due anni nuovamente sul mercato.