L'emergenza Coronavirus ha obbligato i potenziali turisti ad annullare i propri pacchetti vacanza. I clienti nella maggior parte dei casi hanno anticipato somme di denaro per prenotare voli, alberghi e strutture turistiche di ogni genere e adesso ne richiedono la restituzione. Come riporta il "Sole 24 ore", gli operatori stanno rispondendo al pressing dei clienti proponendo dei voucher da utilizzare una volta che l'emergenza sanitaria sarà terminata. L'epidemia di Covid ha messo in ginocchio il settore del turismo, che Cna-Confederazione Nazionale dell'Artiginato stima subirà una perdita di circa 40 miliardi, ovvero del 73 per cento.

Coronavirus e vacanze: le somme anticipate

Le norme nazionali appena varate non sono allineate con quelle europee. In Italia gli operatori possono rimborsare i clienti con i voucher, mentre la normativa europea prevede la restituzione integrale della somma di denaro anticipata. I consumatori stanno pensando di far valere le norme europee davanti ad un giudice, ma rischierebbero di vincere una causa verso un'azienda che non sarà più in grado di pagare, rimanendo anche in questo caso con un pugno di mosche in mano.Ad aggravare la situazione, sempre per via dell'emergenza coronavirus, potrebbe esserci nei prossimi mesi un depotenziamento temporaneo delle norme europee a tutela dei consumatori.

La norma di riferimento

Entrando più nello specifico, l'articolo a cui si fa riferimento è l'art. 28, comma 5 del decreto legge n. 9 del 2 marzo 2020. Questo prevede, in caso di recesso del consumatore, la possibilità da parte dell'organizzazione di scegliere se restituire la somma in denaro o emettere un voucher di pari importo da utilizzare entro l'anno dall'emissione.

La scelta fra i due metodi di rimborso è a discrezione dell'agenzia turistica. La norma, però, collide con il Dlgs 79/2011 che ha portato nel nostro Paese le tutele previste dall'Unione Europea verso i clienti. Il Codice del Turismo prevede che in caso di emergenza sanitaria, il consumatore abbia diritto al rimborso totale della somma spesa senza penalità.

Stesso dicasi per i biglietti aerei, navali o dei treni.

Emergenza Covid-19: turismo in ginocchio

L'emergenza sanitaria ha messo in ginocchio molti settori fra cui quello del turismo, che generava circa il 12 per cento del Pil Prodotto Interno Lordo del Paese. Nell'arco del primo semestre 2020, potrebbero entrare solo 16 miliardi di euro rispetto ai 57 dello stesso semestre 2019. Tra luglio e settembre in Italia mancheranno 25 milioni di stranieri. Per il secondo semestre Cna prevede una contrazione di ben 25 miliardi se si tiene contro di un allentamento delle misure restrittive. Si prevedono perdite per gli hotel pari a 7,9 miliardi di euro, ovvero -53,8 per cento rispetto all'anno precedente.

Perdite per i ristoranti per il calo della domanda

Ma a risentirne non saranno solo alberghi e strutture turistiche ma anche ristoranti e alberghi, che subiranno in futuro anche il colpo del distanziamento sociale. Nel 2020 per loro è atteso un crollo del fatturato pari a 8,8 miliardi di euro, pari al -37,9 per cento del 2019.Il calo in questo caso è dovuto alla diminuzione della domanda che ha colpito il settore ancor prima della quarantena.