Il 29 ottobre, in occasione della presentazione del XIX rapporto annuale, l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha suggerito al Governo di aumentare la platea dei beneficiari del Reddito di cittadinanza, tagliando l'importo di base dell'assegno. Si tratterebbe di una modifica annunciata in parte dal presidente Pasquale Tridico, il quale ha asserito anche che occorrerebbe allentare i requisiti patrimoniali, al fine di poter raggiungere chi ha realmente necessità del sussidio.
Reddito di cittadinanza, la proposta di riforma
L'Inps ha scritto chiaramente che si potrebbe puntare alla "semplificazione dei requisiti e ad un possibile allargamento della platea dei beneficiari, così come è stato sperimentato con il Reddito di emergenza" nel corso della pandemia da coronavirus.
Lo stesso ha aggiunto che bisognerebbe cercare di redistribuire la misura in relazione al numero dei componenti del nucleo famigliare, modificando l'attuale scala di equivalenza. Inoltre, per quanto concerne gli extracomunitari, l'Istituto ha proposto di abbassare il requisito sugli anni di residenza utili per accedere al Reddito di cittadinanza. Quest'ipotetico incremento degli aventi diritto al Rdc richiederebbe un aumento delle risorse, oppure un taglio agli importi di coloro i quali lo percepiscono per andare a compensazione della spesa che si sosterrebbe per estendere la platea. Occorre anche tener conto del fatto che la riduzione degli importi sarebbe utile ad incentivare i beneficiari del reddito di cittadinanza a ricercare attivamente delle nuove offerte di lavoro.
I dati sul Rdc
Le famiglie che a marzo dell'anno scorso hanno ottenuto l'esito positivo alla domanda del sussidio sono 742.057, cioè il 36,3% del totale e nei mesi successivi, per tutte quelle che hanno percepito ininterrottamente la misura, si avvicina il momento del rinnovo o dell'uscita dalla platea dei beneficiari. Nel mese di settembre, hanno beneficiato del reddito (comprese anche le Pensioni di cittadinanza) 1.304.259 famiglie, ovvero 3.080.667 soggetti.
Ciò significa che il 56,5% delle richieste è stata accolta, con un assegno mensile medio di 524 euro. La maggior parte degli importi è stato erogato in favore di nuclei familiari residenti nel Meridione che ha assorbito il 61,5% dei costi del programma. Sulla base delle dichiarazioni dei tecnici dell'Inps, la spesa sostenuta finora è in linea con i fondi messi a disposizione dal ministero del Lavoro: 7,1 miliardi di euro per il 2019, 8,1 miliardi per l'anno corrente e 8,3 miliardi a partire dal prossimo anno.
A breve, l'Inps dovrebbe effettuare il primo screening sui beneficiari che non hanno ottemperato alle condizioni prestabilite, se rientravano nel "Patto per il lavoro" o in quanto non hanno usato in maniera corretta gli importi erogati sulla propria carta.