Per la serie Blasting Talks intervistiamo Franco Moro, presidente del Consorzio di tutela della Bresaola di Valtellina che garantisce la provenienza di questo raffinato prodotto, ne promuove l’immagine e lo salvaguardia da imitazioni e contraffazioni. Dal 1996 la vera Bresaola della Valtellina è garantita dal marchio comunitario di Indicazione Geografica Protetta, utilizzato esclusivamente dai produttori certificati della Provincia di Sondrio, che si attengono al rigoroso Disciplinare di Produzione.

Blasting Talks è una serie di interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali.

È possibile leggere le altre interviste della serie sul canale BlastingTalks Italia.

Il presidente Consorzio tutela Bresaola Franco Moro: 'La crisi globale ha colpito il sistema'

Si parla di ripartenza in moltissimi settori produttivi, in che modo il Consorzio sta affrontando questo momento? Avete cambiato il vostro modello di business o state ripercorrendo quello che è sembrato vincente degli ultimi anni?

Flessibilità e capacità di adattarsi ad uno scenario in continuo cambiamento sono stati ingredienti fondamentali per affrontare le sfide di questo periodo. Sicuramente è stato necessario apportare delle modifiche agli investimenti, per non gravare eccessivamente sulle aziende, già provate dalla pandemia e dall’aumento dei costi produttivi.

In secondo luogo, siamo andati ad operare sulle strategie di comunicazione, al fine di rinforzare quei contenuti chiave che possano sostenere i consumi e dare valore ai plus del prodotto, che sono amati e apprezzati dai consumatori. E nel fare questo, ci ha sicuramente supportato la nostra campagna “Destinazione Bresaola”.

A due anni dall’inizio della pandemia è possibile stilare un bilancio della fase emergenziale?

Le attività del Consorzio sono state colpite dalla crisi globale, approvvigionamenti, logistica e distribuzione?

Sicuramente la crisi globale ha colpito il sistema, andando ad incidere sugli approvvigionamenti e portando a forti difficoltà logistiche, cali nelle spedizioni e di conseguenza, importanti aumenti nei costi. Per ovviare a queste problematiche abbiamo chiesto una modifica temporanea del disciplinare, al fine di far fronte alle difficoltà legate agli approvvigionamenti, operando comunque nel rispetto della qualità del prodotto finito.

Ovviamente non si possono ignorare gli ultimi eventi della politica internazionale, che stanno incidendo negativamente su tutti i comparti, con la problematica del caro energia e l’aumento dei costi delle materie prime e degli imballaggi.

In questi ultimi due anni avete notato dei cambiamenti nelle abitudini di consumo dei vostri clienti? Il prodotto in vaschetta è il prodotto di maggior traino per il Consorzio?

Le abitudini sono sicuramente cambiate, con una contrazione nei consumi che nel 2020 ha toccato il -8%, motivata soprattutto dal calo dei consumi fuori casa e dalla chiusura dell’Horeca. Fortunatamente stiamo assistendo a una forte ripresa: il consumatore ama la Bresaola della Valtellina IGP ed è tornato a comprarla e consumarla.

In questo scenario il prodotto in vaschetta si è rivelato una forza trainante nel mercato, quando ancora, a causa della pandemia, persisteva la paura di acquistare gli alimenti direttamente dal banco.

Da Consorzio locale siete ormai diventati un brand internazionale, cosa vi ha fatto capire che potevate fare questo salto e chi sono stati gli attori protagonisti di questa crescita? Il marchio IGP che impatto ha avuto sul vostro business?

Da questo punto di vista è fondamentale il ruolo del marchio IGP, che ha trainato il sistema non solo in termini di volumi produttivi, ma anche di standard qualitativi e di notorietà: questo ci ha permesso di affermarci come un’eccellenza del Made in Italy in tutto il mondo.

La Bresaola a marchio IGP si pone come un importante ambasciatore della qualità valtellinese, in Italia e all’estero, con un forte turismo gastronomico da paesi come Francia, Germania, UK, Spagna. E in Italia la consumano 8 italiani su 10.

Spesso le cronache riportano di sequestri alle dogane su carne non certificata importata in modo illegale che viene poi trasformata negli stabilimenti sul nostro territorio, come si tutela il Consorzio da eventuali tentativi di frodi?

Siamo tranquilli da questo punto di vista poiché siamo protetti da diversi livelli di tutela, con rigorosi controlli che vengono effettuati a livello nazionale e internazionale dalle Istituzioni di riferimento. A ciò si aggiungono ovviamente le verifiche effettuate negli stabilimenti di produzione dai produttori stessi e dalle autorità sanitarie.

E non dobbiamo dimenticare l’ulteriore garanzia dell’IGP, che prevede il rispetto ulteriore di uno specifico Piano dei controlli e quindi il controllo di un Ente terzo di sorveglianza.

La Bresaola della Valtellina è un prodotto molto imitato all’estero, ma anche in Italia, come si può aiutare il consumatore a riconoscere una Bresaola contraffatta?

In realtà più che di imitazioni dovremmo parlare di produzioni similari o affini poiché il mondo della bresaola è molto variegato ed espressione di un territorio ricco di tradizioni e di suggestioni diverse che convivono. Possiamo dire che il fenomeno dell’Italian Sounding non è così impattante in questo momento tuttavia al riguardo come Consorzio abbiamo una soglia di attenzione molto alta.

Come riconoscere la vera Bresaola della Valtellina? Leggendo innanzitutto l’etichetta, che riporta sempre la denominazione completa e il marchio giallo e blu dell’UE di Indicazione Geografica Protetta e ovviamente i necessari requisiti di legge. Gli strumenti di designazione e presentazione sono quelli previsti dal disciplinare, che permettono al consumatore di diffidare dalle imitazioni e riconoscere subito il prodotto.

In che modo le attività del Consorzio incontrano le esigenze del turismo locale? Abbiamo letto degli itinerari enogastronomici “Destinazione Bresaola”, avete già tracciato un bilancio di questa iniziativa? Si ripeterà in futuro ampliando l’offerta?

Come abbiamo detto la Bresaola promossa e tutelata dal Consorzio è un prodotto che funge da “ambasciatore” della Valtellina: chi dice Valtellina dice Bresaola.

Con “Destinazione Bresaola” abbiamo costruito un percorso coerente, con dieci sentieri di trekking e dieci panini (ovviamente a base di Bresaola), andando incontro alle tendenze del turismo nel 2021, all’insegna di attività outdoor e scoperta dell’offerta enogastronomica locale. Un nuovo “ritorno” sul territorio, dopo un anno passato in lockdown. L’iniziativa ha avuto successo: la Bresaola della Valtellina si è confermata un prodotto di tendenza e ha rafforzato il suo legame con il territorio. Ovviamente stiamo già lavorando alla seconda parte della campagna, che riprenderà il cuore pulsante di “Destinazione Bresaola”, ma con tante novità: rimanete “sintonizzati” per saperne di più!

Quali sfide attende il Consorzio nei prossimi mesi e anni?

Quali progetti avete per ripartire dopo la pandemia?

Indubbiamente le sfide più pressanti sono legate agli incrementi elevati dei costi produttivi e soprattutto della carne bovina e alle difficoltà nel ripartire queste spese sulla filiera distributiva, in modo tale da garantire ai produttori margini adeguati che rendano tali costi. Ciò è fondamentale soprattutto per un comparto come quello della Bresaola della Valtellina IGP che ha un valore importantissimo per la provincia di Sondrio. È una sfida che stiamo affrontando con determinazione e grande senso di responsabilità.