La Community "Donne protagoniste in sanità" ha organizzato un evento a Bologna nel quale ha fornito dati aggiornati sull'occupazione femminile nel settore sanitario.

La Community, nata un anno fa, ha già ottenuto l'iscrizione di circa 1400 professioniste in tutta Italia, e si occupa di promuovere e realizzare percorsi che possano favorire la progressione di ruoli e stipendi delle donne in tale settore.

Le donne in sanità: le posizioni apicali

Sia pure con varie differenze regionali, le donne sono la maggioranza della forza lavoro nel settore sanitario.

In alcune categorie, come il settore infermieristico, sono tradizionalmente la maggioranza. Nell'intero Servizio Sanitario Nazionale, comunque, le donne superano il 60%. Molto presenti, le donne in sanità tuttavia non sono adeguatamente rappresentate ai vertici.

Questo riguarda le posizioni dirigenziali aziendali, ma anche quelle ordinistiche, persino negli Ordini professionali a prevalenza femminile. Il settore sanitario è omogeneo ad altri ambiti sia italiani che europei: le donne ricoprono solo il 7% di posizioni apicali nei consigli di amministrazione. Nelle strutture sanitarie, solo il 16% di donne svolge ruoli di direttore di struttura complessa, e circa il 30% quello di direttore di struttura semplice.

Questo, ovviamente, si riflette sullo stipendio che uomini e donne ricevono.

Il gender pay gap

Durante il percorso formativo, le donne sono numericamente superiori ai maschi, e spesso si laureano prima. Eppure, le donne in sanità guadagnano meno dei colleghi maschi: tra il 16% ed il 20% in meno. Le differenze stipendiali hanno effetti sulla vita attuale, ovviamente, ma si ripercuotono altresì nel futuro incidendo sul trattamento pensionistico.

Le donne hanno spesso incarichi a tempo determinato, oppure part-time. Spesso, riescono a fare meno attività aggiuntiva rispetto ai loro colleghi.

Le proposte

Il convegno di Bologna ha sottolineato come per colmare il gender gap serva una sinergia tra diversi operatori e ruoli istituzionali, invitando a tale scopo figure quali la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti e il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.

Dal convegno sono emerse proposte quali una maggior tutela della salute femminile con l'incremento della medicina di genere e lo sviluppo di servizi di supporto quali asili nido, scuole e servizi per anziani per favorire la conciliazione della leadership delle donne in sanità con gli impegni di cura della famiglia. Fra le varie proposte, c'è altresì la premiazione di aziende che realizzano progetti per ridurre il gender gap, sino alla realizzazione di una certificazione specifica. Un "bollino" che attesti il rispetto dell'uguaglianza potrebbe essere incluso tra gli indicatori di qualità per un'azienda sanitaria.