Nella tornata di audizioni alla commissione Finanze del Senato dell'11 marzo a tenere banco è stato l’argomento dell’enorme carico di riscossione delle mini cartelle esattoriali che costituiscono la parte maggioritaria di tutte le posizioni debitorie ancora aperte e non sanate dai contribuenti.

È emerso che oltre i tre quarti di queste cartelle esattoriali, precisamente il 76%, è costituito da debiti di importi entro i mille euro. I comuni e le regioni hanno quindi lanciato l’idea di creare un’agenzia ad hoc per la riscossione di questi piccoli crediti: per quanto siano modesti nel loro valore unitario, il loro incasso riveste un ruolo importante per i conti degli enti territoriali.

La composizione dei debiti ancora insoluti

L’ammontare dei debiti ancora da incassare da parte dell’Erario e degli altri enti territoriale nel 2024 è stata quantificata in 1.275 miliardi di euro, praticamente una montagna.

Andrea Munari, amministratore delegato di Amco ovvero la società del Tesoro specializzata nell’attività del recupero dei crediti deteriorati, ha indicato come primo passo il distinguere i debiti effettivamente esigibili filtrandoli per debitore e dimensione del credito.

Sono stati quantificati circa 291 milioni di euro ancora esigibili: di questi il 76% è rappresentato da debiti con valore unitario inferiore a mille euro, il 23% nella soglia tra mille e 50mila euro, mentre solo l’1% si trova oltre tale soglia.

Il report depositato al Senato identifica in 16,3 milioni di italiani i debitori individuali o familiari, 3,6 milioni sono società oppure enti, 2,9 milioni sono invece rappresentati dalle cosiddette partite Iva.

La proposta per il recupero dei piccoli crediti

La strada proposta al Senato è quella di differenziare le strategie di recupero crediti sulla base dei dati emersi.

Al gruppo Exacta che gestisce già dal 1994 il recupero crediti per la Pubblica Amministrazione, verrebbero affidate le posizioni creditizie più piccole con l’idea di attivare dei sistemi automatizzati che abbiano la capacità di comunicare correttamente con il debitore, fornendo le dovute spiegazioni, e nel contempo coniugare l’azione comunicativa all’efficienza della riscossione del credito.

I debitori di maggiori dimensioni resterebbero di competenza dell’Amco che punta alla possibilità di avvalersi di strutture specializzate per aumentare la capacità del recupero crediti.

L’idea di creare un’agenzia specializzata nel recupero dei piccoli crediti è stata rilanciata e caldeggiata dai comuni che sono titolari di circa 25 miliardi di crediti (dei quali 6 miliardi sono giudicati recuperabili), ma anche dalle regioni che hanno un ammontare di crediti da incassare, tra entrate dirette e competenze Irap ed addizionali Irpef, pari a 100 miliardi di euro.

Questa richiesta scaturisce dalle difficoltà nella quale sono entrati gli enti territoriali con l’agenzia nazionale dedicata principalmente alla riscossione dei grandi debiti e a causa dei provvedimenti di saldo e stralcio che hanno interessato principalmente i piccoli crediti, colpendo cosi i bilanci locali.