Nonostante la fiducia di lunedì 20, con l'indice Mibtel trainato da consistenti acquisti sulle banche, oggi martedì 21 aprile le cose sono andate male più o meno in tutta Europa a causa soprattutto delle nuove preoccupazioni sullo stato delle finanze elleniche. Pare infatti che la Bce sia pronta a tagliare la liquidità d'emergenza (sinora più di 70 miliardi) messa a disposizione della banche greche tramite la banca nazionale ellenica con lo strumento dell'Ela, anche per accontentare le richieste dei falchi tedeschi ed olandesi. Oggi inoltre il debito pubblico greco a tre anni è schizzato oltre il 28 percento.

Non a caso proprio ieri il governo presieduto da Alexis Tsipras ha approvato un decreto che prevede la confisca per quasi tutti gli enti pubblici - fondi pensione inclusi - delle liquidità in cassa, salvo quanto necessario per i pagamenti immediati. Tali fondi verranno assorbiti dal Ministero del Tesoro tramite la Banca Centrale Nazionale. Dall'operazione il governo conta di ricavare circa 3 miliardi di euro, che serviranno a pagare stipendi e pensioni fino a maggio. Dunque la situazione non è per nulla facile per i greci, che vedono avvicinarsi lo spettro del fallimento, che forse darà ancor più problemi ai creditori,

Tra gli addetti ai lavori si discute di un possibile default della Grecia senza il Grexit, senza cioè che la Grecia esca dall'euro.

Circostanza questa esclusa categoricamente anche oggi dal presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. In effetti un'eventuale ritorno alla dracma, benché tecnicamente praticabile, non converrebbe allo stato attuale ai greci, che avrebbero una moneta debole e dovrebbero continuare a rimborsare i debiti in euro, e per gli stessi motivi anche ai partner europei che vedrebbero ancor più difficile la realizzazione del credito.

La Grecia comunque, come annunciato per primo dal settimanale tedesco Spiegel, starebbe preparando un Piano B per poter respirare almeno nel breve termine, anche perché a maggio scade l'ulteriore tranche di 800 milioni di debito con il Fondo Monetario Internazionale, che il ministro delle finanze Yannis Varoufakis ha più volte annunciato che sarà regolarmente saldato.

Martedì Atene ha firmato un accordo con la Russia che prevede il passaggio sul territorio greco del gasdotto Turkish Stream, con l'affluenza nelle casse greche di 4-5 miliardi di euro. L'accordo sul fronte energetico prevede inoltre che la Russia sarà il fornitore privilegiato di gas e fonti energetiche e la Grecia avrà in cambio anche uno sconto sulla bolletta pari almeno al 10 percento. La Grecia romperà inoltre l'embargo europeo verso la Russia che ha messo in ginocchio l'agricoltura e l'industria agroalimentare greca, che esporta molti suoi prodotti proprio verso il mercato russo. Atene si è inoltre impegnata all'acquisto di missili ed altri prodotti bellici.

Un altro fronte è quello cinese: si attendono 10 miliardi di euro per la privatizzazione, già avviata, del porto del Pireo, che dovrebbe portare al passaggio del 100 percento della proprietà ai cinesi. Il porto del Pireo verrebbe così preferito dai containers cinesi a quello olandese di Rotterdam, più lontano.