Non è un mistero che il principale problema della Grecia è l’economia. È il principale obiettivo della legislatura che comincia: risolvere i nodi economici e fare in modo che i greci raggiungano i livelli di benessere dell’Unione Europea. Il fantasma dell’uscita dall’euro è stato sconfitto e ora non resta che far quadrare i conti. Con molte riforme interne di austerità.
È stata proprio l’impossibilità di tornare al dracma a portare il premier Alexis Tsipras a dimenticare le promesse elettorali e accettare le condizioni del terzo riscatto finanziario proposto dall’Unione Europea, la Commissione europea e la Banca Centrale Europea.
Un aiuto con tagli molto più duri rispetto a quelli di gennaio.
L’economia greca resta al 46° posto, il debito pubblico nel 2014 è stato di 317 miliardi di euro, un 177,10% del Pil e il debito pro capite 28.867 euro. Tsipras conta con la fiducia degli elettori ma è stato lasciato dagli esponenti più radicali di Syriza, che hanno fondato un nuovo partito, l’Unione Popolare, guidato dall’ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis. Ce la farà questa volta, senza quelli che in passato avevano ideato una strategia per uscire dalla crisi economica?