Il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, 61 anni a dicembre, dopo sei anni di Presidenza del Parlamento Europeo e ventidue da parlamentare, ha annunciato che non si candiderà per la terza volta, allo scadere del suo mandato né si presenterà alle elezioni europee del 2018, per dedicarsi alla politica interna del suo paese. Lo ha annunciato ad ARD, il principale gruppo radiotelevisivo pubblico della Germania.

Fare ipotesi sul suo successore è, al momento, oggetto di pura disquisizione, mancando più di un anno alle parlamentari europee e dovendosi tenere, nel frattempo, le elezioni presidenziali in Francia (attualmente a guida socialista) e politiche in Germania (attualmente a guida conservatrice). I conservatori europei, tuttavia, rivendicano la Presidenza del Parlamento e già si stanno proponendo, per la carica, il tedesco Manfred Weber, capogruppo del PPE a Strasburgo e il francese Alain Lamassoure. In posizione di rincalzo, l'italiano Antonio Tajani.

Schulz e berlusconi

In Italia, Martin Schulz è noto soprattutto per il battibecco che ebbe con Silvio Berlusconi, allora Presidente del Consiglio italiano e presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea.

Era il 2 luglio 2003 e Schulz, all’epoca capogruppo dei socialdemocratici al Parlamento europeo, rinfacciò all’uomo di Arcore il conflitto di competenza con le sue cariche politiche, per i suoi interessi economici nei mass-media e lo accusò di poter beneficiare dell’immunità parlamentare solo grazie a fortunose clausole burocratiche. Contemporaneamente, i parlamentari europei del gruppo capeggiato da Schulz, innalzavano dei cartelloni con le scritte "la legge è uguale per tutti".

Berlusconi, piccato, rispose: «In Italia, un produttore sta girando un film sui campi di concentramento nazisti, lei sarebbe perfetto per il ruolo di kapò» cioè, per quello del prigioniero al quale era affidata la funzione di comando sugli altri deportati.

Infine, inveì, sui parlamentari con i cartelloni: «Venite in Italia a fare i turisti; turisti della democrazia!»

Schulz e Angela Merkel

Attualmente il partito socialdemocratico tedesco partecipa al governo di coalizione guidato da Angela Merkel, leader del partito storicamente rivale, l’Unione Cristiano Democratica, di centro destra. L’incarico governativo più importante da essi occupato è quello di Ministro degli Esteri, affidato a Frank-Walter Steinmeier, ma è previsto che questi, a febbraio, diventi presidente della Repubblica, al posto del “verde” Joachim Gauck.

Secondo taluni, quindi, Martin Schulz potrebbe subentrare al collega di partito alla guida della diplomazia tedesca. Ma perché ciò avvenga, Schulz dovrebbe far seguire all’annuncio le dimissioni vere e proprie, nei prossimi due mesi e tale eventualità sconvolgerebbe troppo presto gli equilibri all’interno del Parlamento europeo.

Sicuramente, secondo indiscrezioni raccolte dal quotidiano bavarese Süddeutsche Zeitung, in ambienti SPD, Schulz si presenterà come capolista del suo partito, alle elezioni del 2017, nel länder della Renania Settentrionale-Vestfalia. Ma la voce più insistente è quella che il Presidente del Parlamento europeo stia affilando le armi per contendere ad Angela Merkel la carica di cancelliere della Repubblica. Che un socialdemocratico possa succedere all’attuale cancelliera non è un’ipotesi peregrina, date le ultime sconfitte subite dalla CDU e dalla Merkel, soprattutto nelle amministrative di Berlino e nella regione di nascita della cancelliera.

Prima però, Schulz dovrà sfidare la concorrenza del presidente del suo partito Sigmar Gabriel, al momento attuale in forte difficoltà per le “batoste” prese dalla SPD, nelle ultime elezioni regionali.

Qualora vi riuscisse, sarebbe un chiaro segnale che il partito socialdemocratico si voglia porre di fronte all’elettorato tedesco in una forte posizione europeista e anti populista, candidando uno degli uomini simbolo dell’Unione Europea.