L'Eurovision Song Festival è uno dei più importanti festival musicali a livello internazionale. Alla gara partecipano tutti i Paesi Europei e soltanto alla fine, tramite un sistema di votazioni sia interno che esterno, sarà decretato il vincitore. Lo spirito dell'Eurovision dovrebbe essere quello di unione e fratellanza tra i vari popoli, ma non sempre è così e a prevalere sono spesso i conflitti politici. Emblematico è ciò che è successo all'Ucraina. Il Paese ha deciso di ritirarsi dal contest dopo che la sua cantante, Maruv, aveva rifiutato di parteciparvi a causa del contratto e delle linee restrittive che le erano state imposte, dovute soprattutto ai problemi di natura politica con la Russia.

Il caso Maruv

Sabato scorso si sono tenute le selezioni per scegliere chi avrebbe rappresentato l'Ucraina a maggio in Israele e a vincere è stata la cantate Maruv con la canzone "Siren Song". L'artista aveva fin da subito espresso tutto il suo orgoglio nel rappresentare l'Ucraina al festival, ma le cose non sono andate come previsto. Prima si è ritrovata davanti un contratto che prevedeva il divieto, valido per i 3 mesi successivi all'Eurovision, di esibirsi in Russia in vista del tour post-Eurovision. La 27enne era inizialmente disposta ad accettare tale clausola, se non fosse che a questa si erano aggiunte altre condizioni assurde che l'avrebbero resa una "schiava" della propaganda ucraina.

Alla cantante è stata infatti proibita ogni forma di improvvisazione sul palco senza una previa approvazione da parte della tv locale, pena una multa di 2 milioni di Euro, con l'obbligo di consultare la NTU (la compagnia nazionale della televisione ucraina) prima di parlare con i giornalisti. Un divieto, questo, che va ad intaccare la libertà di opinione di cui tutti dovrebbero avere diritto e che ha portato la cantante a mostrare tutto il suo dissenso nel tentativo di trasformare un evento di unione tra Paesi in un conflitto politico.

Dopo l'abbandono di Maruv, l'Ucraina aveva già avviato le trattative per trovare un sostituito e le prescelte erano state le ragazze della band Freedom Jazz, classificatesi seconde alla selezione di sabato. Con un post su Facebook hanno comunicato la loro scelta di non partecipare all'Eurofestival e da qui la decisione dell'Ucraina di ritirarsi dalla competizione.

L'Eurovision e i conflitti politici

Non è certamente la prima volta che le questioni politiche interferiscono con l'Eurovision. Nel 2016 la canzone vincitrice era stata "1944" della cantante ucraina Jamala. La vittoria aveva però suscitato molte polemiche poiché il testo riportava la storia della deportazione dei Tatari di Crimea da parte dell'Unione Sovietica di Stalin. Il senatore russo aveva dichiarato che "la politica aveva sconfitto l'arte" e la stessa Russia aveva cercato, ancora prima dell'inizio del festival, di impedire la partecipazione ucraina al festival. Ancora tensioni tra i due Paesi nel 2017, quando l'Ucraina, Paese ospitante, aveva impedito alla cantate russa Julia Samoylova di partecipare all'Eurovision.

La causa era dovuta al fatto che la cantante si fosse esibita in Crimea, senza autorizzazione ucraina, due anni prima. La legislazione del Paese prevede che per le personalità filo-russe venga applicato un divieto di ingresso in Ucraina per tre anni e queste condizioni hanno portato al ritiro della Russia dalla manifestazione.