Pensioni Quota 96 Scuola e lavoratori precoci: in attesa di riscontro al nuovo testo presentato da Manuela Ghizzoni e Maria Marzana i Quota 96 della scuola, ma dietro l'angolo c'è la Commissione Bilancio con un nuovo, possibile nulla di fatto. Per le pensioni di lavoratori precoci e usuranti le novità restano non specificamente dedicate alla categorie e vertono sulla possibilità di prepensionamento "con prestito" su cui è attualmente al lavoro il ministro Giovannini.
Per le pensioni dei Quota 96 della scuola le speranze, si sa, sono da tempo ridotte al minimo.
Qualcosa si sta facendo, in realtà: è stato presentato il nuovo testo base da Manuela Ghizzoni, che va (come da tempo previsto) a bloccare il numero massimo di beneficiari a 4000 soggetti, ordinati tramite criteri di anzianità anagrafica e contributiva. Il nuovo testo base è la risposta alla prima bocciatura della proposta di pensione per i Quota 96 della scuola dopo il censimento da parte del MIUR. Purtroppo dietro la prima bocciatura della Commissione Bilancio, dove il nuovo testo sta per essere valutato, c'era, come è noto a tutti, la più profonda volontà di non erogare risorse. La volontà di tenere stretta la cinghia, purtroppo, non è cambiata, pertanto a meno di grandi sconvolgimenti politici le possibilità per i Quota 96 della scuola di ottenere le pensioni di cui sono stati privati, restano estremamente basse.
Per quanto riguarda le pensioni di lavoratori precoci e usuranti, invece, abbiamo la proposta di prepensionamento con prestito di Giovannini, che tocca le due categorie come altre (nessuna misura specifica all'orizzonte). Le novità su questo tema riguardano le ultime dichiarazioni di Giovannini che ha chiarito che si sta continuando a lavorare sugli aspetti tecnici della proposta che permetterebbe ai lavoratori del settore privato, su loro libera scelta, di ritirarsi con 2-3 anni di anticipo ricevendo assegni che andrebbero poi ripagati tramite riduzioni degli assegni pensionistici successivi.
La proposta è quindi ancora in ballo: Giovannini lavora a una misura che possa coinvolgere lavoratori, aziende e Stato, sebbene non siano ancora chiaramente definiti i termini di questa possibilità (che da oggi alla sua formulazione definitiva potrebbero variare ancora e non di poco). Ulteriori aggiornamenti sulla questione sono attesi in tempi brevi.