Ennesimo allarme e monito all'Italia sul tasso di disoccupazione giovanile incredibilmente alto e in crescita. Stavolta è la BCE, la Banca Centrale Europea, a mettere in guardia l'Italia dalla disoccupazione crescente e dilagante tra i giovani. Sarebbero ben il 21%, infatti, i giovani italiani inattivi.
Stando ai dati allarmanti diffusi dalla BCE, sarebbe proprio l'Italia il Paese che sul fronte occupazionale ha maggiormente risentito della crisi economica degli ultimi anni, una crisi che è ancora in corso e dalla quale non si intravede una facile via d'uscita a breve termine.
Le lacrime e sangue di questa crisi economica sono state sì dunque quelle delle famiglie e degli anziani, così come del ceto medio, ma a pagare un prezzo più alto sono stati i giovani che faticano a trovare un lavoro e che sono sempre più sfiduciati, al punto da rinunciare a cercare un'occupazione.
Oltre un giovane italiano su cinque, nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni, non lavora, non studia e non è impegnato in alcun percorso di formazione professionale. Dati agghiaccianti, quelli diffusi dalla BCE sulla disoccupazione giovanile in Italia, dati che tra i Paesi della zona euro sono tra i peggiori. L'Italia infatti ha il tasso di disoccupazione giovanile al 40%, peggio dell'Italia solo la Grecia e la Spagna con un tasso di disoccupazione giovanile che si aggira tra il 50 ed il 60%.
Nel 2007 i giovani cosiddetti Neet, no education, employment or training, in Italia erano il 17% della popolazione giovanile, oggi sono il 21%. L'aumento non è da poco, considerando che in altri Paesi dell'eurozona, come il Portogallo, si è registrata addirittura una flessione. In Germania la disoccupazione giovanile è addirittura diminuita.