Fra i tanti temi che il governo Renzi sarà chiamato ad affrontare una volta insediatosi rientra senza dubbio il caso Pensioni Quota 96, con il testo presentato dalla Ghizzoni al momento fermo al palo per via del diniego opposto dalla Ragioneria di Stato che contesta le coperture finanziarie necessarie per dare il proprio ok.



Nelle scorse settimane si respirava un certo ottimismo, ma dopo l’ultimo stop inflitto dalla Commissione Bilancio la situazione pare giunta ad una fase di stallo: se il governo Renzi non interverrà in modo deciso il caso Pensioni Quota 96 rischia di divenire un rebus non da poco, considerato che senza il via libera della stessa Commissione il disegno di legge formulato mesi fa rischia di rimanere bloccato alla Camera.





La stessa Ragioneria ha inoltre istituito un parallelo con il caso rappresentato dagli esodati, la cui situazione, per gravità e numerosità di individui coinvolti, merita - secondo l'organodi Stato - priorità assoluta; il nodo è dunque quello rappresentato dalle coperture finanziarie, ma l’ennesimo caso di spreco nella Scuola accaduto in Piemonte contribuisce ad innescare la miccia della polemica.

Pensioni Quota 96: ennesimo caso di spreco nella Scuola e i professori insorgono

Lo scorso ottobre, la Regione Piemonte ha approvato una delibera con la quale ha statuito l’obbligo per tutti gli insegnati delle Scuole pubbliche del territorio di sottoporsi al test anti-alcool, con ciò scatenando l’ira e l’indignazione del corpo decenti per una visita medica bollata come ‘ridicola’.



Il punto è che l’effettuazione del test è costato qualcosa come 4-5.000 euro ad istituto, una cifra piuttosto considerevole che ha scatenato una dura reazione da parte dei professori; particolarmente ‘ingegnosa’ la protesta scattata all’interno dell’Istituto Regina Margherita di Torino, dove i docenti, piuttosto che rifiutarsi di sottoporsi alla visita, hanno inscenato un brindisi di protesta davanti all’ingresso della Scuola con tanto di bicchieri e calici ben in vista.



La via scelta è stata dunque quella della provocazione mista ad ironia, ma la situazione della Scuola in Italia deve condurre a ben altre riflessioni: quello nazionale è infatti il corpo docente più anziano d’Europa, con oltre la metà (circa il 53%) ad avere più di 50 anni.



Il ricambio generazionale sarebbe indispensabile soprattutto in un comparto come quello scolastico, uno dei gangli produttivi più importanti della società data l’attività di formazione ed educazione delle menti che è chiamata a svolgere.



Sbloccare il caso Pensioni Quota 96 potrebbe dunque rappresentare un ottimo viatico per dar corso al ricambio generazione, anche se la molla principale dovrebbe essere costituita dal fatto che un errore tecnico commesso da un ministro della Repubblica italiana sta privando migliaia di lavoratori del diritto alla pensione. Uno stato di cose che va assolutamente modificato e che il governo Renzi ha la possibilità di far cessare. Staremo a vedere.