Quota 96, TFA Ordinario 2014, precariato Scuola e stipendi insegnanti: questi e molti altri i temi che il Ministro dell’Istruzione Giannini ha toccato nel corso del suo primo vero intervento in Parlamento.



La Ministra studia correttivi e propone linee di intervento che andranno presto tradotte in mosse concrete, pena l’ennesima ondata di sanzioni che la Corte di Giustizia Europea infliggerà all’Italia costringendola a pagare (sacrosanti) risarcimenti.

Quota 96 e precariato Scuola: Giannini fa il punto, a breve la sentenza della Corte di Giustizia Europea



Partendo dal precariato della Scuola, il ministro Giannini ha evidenziato come sia un problema gravoso che è impensabile lasciare maturare nella speranza che si risolva da solo; scenario assolutamente da scartare, dato che la Corte di Giustizia Europea ha pronta una sentenza sul trattamento che l’Italia ha riservato ad oltre 170.000 precari, di cui 130.000 appartenenti al comparto Scuola.



La buona notizia, per le istituzioni italiane, è che la Corte Europea sta prendendo tempo, ma l’Italia, in primis governo e Ministro Giannini, non possono assolutamente permettersi di mollare la presa; sul discorso precariato nella Scuola, il numero uno dell’Istruzione ha ribadito che si interverrà cercando di stabilizzare i docenti in attesa di collocamento definitivo e facendo partire al più presto il secondo ciclo del TFA Ordinario 2014.



Un intervento deciso, oltre che in tema di precariato Scuola, verrà poi fatto anche per quanto riguarda gli stipendi, che non possono essere agganciati ai soli scatti di anzianità e che vanno necessariamente incrementati per allinearsi, quanto meno, alla media europea. Una serie di interventi insomma, che Giannini e il Governo dovranno presto effettuare soprattutto considerato che la Corte Europea, stando alle prime stime, potrebbe comminare sanzioni superiori ai 4 miliardi di euro.



Sanzioni che potrebbero arrivare anche sul caso Quota 96 della Scuola, con i nati nel ’51 e ’52 prigionieri dell'errore della riforma Fornero, errore che rischia di far slittare il pensionamento degli stessi Quota 96 di ben sette anni.



Sebbene la risoluzione Saltamartini abbia aperto una breccia, i Quota 96 non possono purtroppo dormire sonni tranquilli, data la modifica del testo originario che ha portato il governo a dover solo ‘riferire alle Commissioni parlamentari’ (Bilancio e Lavoro) alcune misure che consentano il reperimento delle risorse utili a concedere il pensionamento ai Quota 96 senza dunque prevedere l’inserimento di tali misure all’interno del Def, come invece auspicato alla vigilia (ricordiamo che il Def, il Documento di Economia e Finanza va presentato in Parlamento entro il 10 aprile).



A complicare il quadro il fatto che Quota 96 e precariato Scuola costituiscono solo gli ultimi campi in riferimento ai quali le istituzioni italiane hanno mostrato incompetenza e incapacità di intervento, una miopia che potrebbe costare carissima (come detto oltre 4 miliardi di euro di sanzioni comminate dalla Corte Europea) e che somiglia molto a quella che ha caratterizzato la gestione della situazione carceri.



Al Ministro Giannini il compito di far seguire, per una volta, i fatti alle parole, in alternativa le conseguenze saranno gravissime, non solo in termini economici ma anche sociali (risvolto questo troppo spesso poco considerato). Sperano i Quota 96, spera il comparto etichettato come ‘precariato Scuola’, sperano tutti i precari. L’Europa ci osserva ed è pronta a punirci.