Giungono importanti novità in merito al caso pensioni Quota 96 Scuola; il vice presidente della Commissione Bilancio della Camera Barbara Saltamartini, fervida sostenitrice della risoluzione approvata lo scorso mese cui ha poi fatto seguito la concreta assunzione di responsabilità inserita nel DEF, ha infatti attaccato il ministro Giannini, esortandolo a ‘farsi sentire con maggiore forza’.



Intervistata qualche giorno fa da Quotidiano.net (l’intervista è visibile integralmente su Youtube a questo link - https://www.youtube.com/watch?v=XolI5hDpUaE#t=2113 - con la precisazione che l’intervento sui Quota 96 della Scuola si attesta tra il minuto 24 e il minuto 26), il ministro Giannini ha comunque sottolineato che il caso Pensioni Quota 96 va affrontato e che il problema verrà risolto a breve grazie all’intervento del Parlamento.



Pensioni Quota 96 Scuola: Saltamartini attacca Giannini



Come accennato in apertura, in merito al caso pensioni Quota 96 Scuola bisogna porre l’attenzione sull’attacco frontale portale portato dal vice presidente della Commissione Bilancio Barbara Saltamartini, che dapprima tramite i social (#‎QUOTA96‬ ‪#‎Renzi‬ tenga fede impegno preso dopo risoluzione. Ministro ‪#‎Giannini‬ si faccia sentire. @F_Boccia @ManuGhizzoni) e successivamente per mezzo di una dichiarazione più prolissa, ha richiamato l’attenzione del ministro e delle Istituzioni sul caso del pensionamento degli esodati della Scuola: ‘La situazione dei lavoratori del comparto scuola, i cosiddetti quota 96, si trascina da troppo tempo. Il Parlamento ha approvato due risoluzioni, la prima a mia firma nelle commissioni riunite bilancio e lavoro, con la quale chiedevamo di sanare tale ingiustizia. Un risultato importante, ottenuto grazie all'impegno, oltre che della sottoscritta, anche del presidente della commissione bilancio Boccia e dell'onorevole Ghizzoni’.



‘La seconda risoluzione approvata dall'assemblea di Montecitorio - ha proseguito la Saltamartini sempre in tema di pensioni Quoota 96 Scuola - impegnava il governo a trovare le risorse necessarie per sanare la situazione. Al presidente del Consiglio Renzi e al ministro dell'Economia Padoan chiediamo di mantenere gli impegni e di dar seguito a quanto approvato dal Parlamento: si tratta di 4.000 lavoratori del comparto scuola che, per colpa della legge Fornero, non possono andare in pensione, pur essendo in possesso dei requisiti necessari. Non solo. Sarebbe un esempio virtuoso di ricambio generazionale: si immetterebbero 4.000 giovani, tra precari e disoccupati, nel mondo della scuola. Al ministro dell'Istruzione Giannini chiediamo di far sentire forte e chiara la sua voce, affinchè si ponga finalmente rimedio ad una violazione palese di un diritto costituzionale’.



Comprovata e certamente suffragata dai fatti, la ‘pigrizia’ dimostrata dal ministro Giannini nell’affrontare il caso pensioni Quota 96 Scuola viene in parte ad essere mitigata da quanto dichiarato dallo stesso numero uno all’Istruzione nel corso di un’intervista rilasciata a Quotidiano.net.

Pensioni Quota 96 Scuola, Giannini assicura: ‘Conteggi fatti e soluzione vicina’



‘Una situazione veramente bizzarra: un problema che va affrontato perché frutto di un errore. Abbiamo fatto un conto delle cifre che servirebbero per risolverlo: non si parla di cifre esplosive. Credo che si possa risolvere entro breve’: chiamata a rispondere ad una precisa domanda  in merito al caso pensioni Quota 96 Scuola, il ministro Giannini ha dunque sottolineato che il problema si risolverà ‘anche grazie al lavoro del Parlamento’.



Di rassicurazioni ne sono tuttavia arrivate tante in questi mesa senza l’ombra di un conseguente risultato positivo; tristemente consapevoli della cosa, i Quota 96 della Scuola continuano a far sentire la propria voce, con la predisposizione di tutta una serie di manifestazioni ed iniziative (in programma tra domani e il 16 maggio) che si terranno a Roma in piazza Montecitorio e nella stessa capitale nei pressi della sede del MIUR.



Il caso pensioni Quota 96 Scuola necessita da tempo di una soluzione rapida ed efficace; la speranza questa volta è che non si vada oltre al 15 giugno, data entro la quale il governo dovrà esprimersi circa il reperimento delle risorse pro pensionamento della categoria (la deadline, lo ricordiamo, è contenuta nell’ultima risoluzione depositata presso la Camera dei deputati).