Il lavoro in europa sta diventando sempre più una questione di ricatto. Nell'edizione on line odierna il "Fatto Quotidiano" riporta la notizia che nel Regno Unito è lotta tra governo, formato dalla coalizione tra conservatori e liberaldemocratici, e l'opposizione. Terreno dello scontro, è una tematica sociale di importanza cruciale: il lavoro.

La polemica e la protesta da parte dell'opposizione è scoppiata, stando a quanto riferito dal quotidiano, in seguito alla scoperta e alla rivelazione di una lettera privata di un sottosegretario del governo, Esther McVey, in cui è delineato il piano mirante a togliere gli aiuti di disoccupazione a tutti coloro che rifiuteranno gli "zero hour contract", ovvero i contratti "a zero ore", e quindi senza un minimo garantito di tempo lavorativo e di paga.

Il piano è stato scoperto e rivelato in primo luogo dalla stampa britannica, in primo luogo dal quotidiano "The Guardian". L'intento del governo è, in poche parole, quello di bloccare gli aiuti di stato ai lavoratori disoccupati, per tre mesi al primo rifiuto senza giusto motivo e per sei mesi al secondo rifiuto. Così centinaia di migliaia di disoccupati britannici saranno di fronte a un bivio: accettare lavori senza tutela alcuna oppure non prendere nemmeno il sussidio di disoccupazione. Di qui l'accusa dei laburisti al governo di mirare a creare incertezza e, di fatto, a ostacolare il futuro di tanti giovani esponendoli alla totale mercè dei datori di lavoro. Che oggi in Europa sembra essere diventato sempre meno un mezzo di realizzazione e sostentamento, e sempre più un'arma di ricatto in mano a politici e datori di lavoro senza scrupoli.