La riforma delle Pensioni per gli statali approda oggi ufficialmente in Aula alla Camera. Il testo licenziato nei giorni scorsi dalla commissione Affari Costituzionali possiamo già preannunciare che, con ogni probabilità, sarà lo stesso che verrà approvato in via definitiva e che cambierà la vita lavorativa di migliaia di italiani. Anche se dev'essere ancora votato infatti, il PD ha i numeri per far passare il testo così com'è, seppur con qualche minima modifica, e crediamo che anche gli altri parlamentari decideranno di lasciarlo passare in quanto, se non si fa in fretta, rischiano di perdere chissà quanti giorni di ferie.

Le principali novità della riforma pensioni statali

Quota 96: la fretta di chiudere la riforma è legata proprio a questo aspetto. I famosi "quota 96" creati dalla riforma Fornero, ovvero quelle persone che unendo età anagrafica a quella contributiva raggiungono il totale di 96, devono andare in pensione. Per la precisione qui si parla dei quota 96 scuola per i quali, se non si trova una soluzione in fretta, saranno costretti a rimanere al lavoro almeno per un altro anno. La soluzione che si legge nel testo è di mandarli in pensione già a settembre, ma con una limitazione: non riceveranno il Tfr, o almeno non subito. Per riceverlo dovranno aspettare di aver raggiunto i requisiti della riforma Fornero, il che significa per molti dover attendere altri 3-4 anni.

Non ci saranno ripercussioni invece sull'assegno pensionistico.

Pensioni a 62 anni: la buona notizia è che gli statali potranno andare in pensione a 62 anni. La cattiva è che se hanno raggiunto i requisiti minimi, ci dovranno andare per forza, senza avere la possibilità di scegliere se rimanere in servizio oppure no. Le uniche eccezioni riguardano i magistrati ("costretti" alla pensione a 70 anni), medici e professori universitari (a 65).

Trattenimenti in servizio: saranno aboliti per tutti entro il 31 ottobre 2014 (il 31 agosto per la scuola), mentre per i magistrati e i militari questa scadenza slitta al 31 dicembre 2015. I dirigenti potranno essere pensionati d'ufficio al raggiungimento dei requisiti con un preavviso di 6 mesi.

Mobilità: abolita la mobilità obbligatoria per i pubblici impiegati con a carico un figlio di meno di 3 anni, un disabile o in congedo parentale.

Il trasferimento deve avvenire a non più di 50 km di distanza dalla residenza.

Turnover: nuove regole aumenteranno le assunzioni ma anche la precarietà. Se la pubblica amministrazione ha i fondi sufficienti, può assumere tutto il personale che vuole, ma con qualsiasi contratto, dunque anche quelli a tempo determinato. È possibile investire fino al 50% dei risparmi legati ai pensionamenti.

Demansionamento: il cosiddetto demansionamento, cioè l'assegnazione di un incarico meno importante, non può andare al di sotto di uno scatto di un livello. Inoltre i concorsi per le assunzioni serviranno per coprire i ruoli dove non ci può essere ricollocamento del personale esistente.