Il pasticcio dell'emendamento dei 'quota 96' continua a tenere banco e, dopo lo sdegno e la rabbia, subentra la ragione e la voglia di conoscere come sono andate realmente le cose e chi può essere considerato come il responsabile del No in Senato.
Forse molti di voi ricorderanno alcuni episodi, piuttosto recenti, che hanno delle particolari somiglianze con quanto accaduto due giorni fa con i 'quota 96': per esempio, la questione riguardante l'aumento per anzianità di servizio ai docenti prima concesso e poi negato, dopo un braccio di ferro tra l'ex ministro Maria Chiara Carrozza e il ministero del Tesoro.
Nel caso dei 'quota 96' la causa principale è da ricondurre al fatto che non ci sarebbero state le coperture e da qui è arrivato lo stralcio del governo al decreto Madia sulla Pubblica Amministrazione. C'è un fattore importante, però, da tenere presente ed è quello riguardante la mancata bollinatura della Ragioneria dello Stato sulla normativa. Perchè allora insistere ed andare avanti con l'iter procedurale? Probabilmente perchè il governo e le forze politiche della maggioranza erano convinti che tutto si sarebbe sistemato al Senato. E invece, così non è andata.
Quota 96 scuola: Ragioneria dello Stato, Cottarelli, Mef, Governo Renzi, chi è il responsabile?
Sarebbe importante sapere se il ragioniere generale, Daniele Franco e il ministro dell'economia e delle Finanze, Padoan siano stati avvertiti della carenza di una relazione positiva alla Camera, oppure se si è trattato di un incredibile errore tecnico.
D'altronde, il commissario alla spending review Cottarelli aveva 'profetizzato' qualche giorno prima sulla questione dei 'quota 96', avvisando che non esistevano le coperture necessarie per l'approvazione: da questa affermazione è nato poi un'acceso botta e risposta con il pieddino Francesco Boccia, tra i principali promotori dell'emendamento. La domanda che molti si stanno ponendo è, dunque, questa: il governo è davvero vittima della superburocrazia dei tecnici oppure la questione dei 'quota 96' doveva essere trattato in principio con un decreto legge ad hoc, come ammesso poi dallo stesso Presidente del Consiglio, Matteo Renzi? E poi: se le risorse finanziarie non ci sono già ora, che senso avrebbe promettere un DL Scuola specifico entro la fine di questo mese? Le giustificazioni sembrano reggere poco.
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