I docenti dovranno tornare a formarsi: è questo uno degli impegni che dovrà rispettare il Governo Renzi tra i punti principali della riforma della Scuola che saranno discussi, presumibilmente, a partire dalla riunione del consiglio dei ministri del prossimo 29 agosto. Anche per raggiungere l'aggiornamento formativo degli insegnanti dovranno essere individuati risorse e coperture finanziarie sufficienti, con paletti precisi per non ricadere in quello che è stato rivelato dall'Ocse come un mezzo fallimento della strategia formativa dei professori.
L'argomento, ovviamente, può dar luogo a diverse interpretazioni di come siano andate avanti i corsi di formazione finora. E' una necessità assoluta e irrinunciabile per un docente continuare, nel proprio percorso professionale, a formarsi e aumentare le proprie conoscenze e competenze.
Quali sono i corsi più richiesti dai docenti italiani secondo l'Ocse?
Bes e Tic sono i corsi formativi più richiesti dai docenti della Scuola italiana. Lo dice l'Ocse secondo il quale i Bisogni educativi speciali e l'Utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, oltre ai temi dell'intercultura e della didattica all'integrazione, sono i percorsi formativi più richiesti dai docenti per accrescere le proprie conoscenze e competenze.
Ma l'Ocse lancia anche l'allarme per il basso coinvolgimento dei docenti nelle attività formative: nella maggior parte dei Paesi Ocse i docenti partecipano almeno una volta ad attività di formazione, in Italia oltre un docente su quattro non fa formazione e non l'ha fatta negli ultimi anni precedenti alla rilevazione. Tale mancanza può derivare dallo scarso incentivo, in termini di ritorno di punteggio o di retribuzione, che un corso può assicurare: prima del 1995, se si voleva avanzare nella scuola, era necessario aver frequentato almeno 100 ore di formazione in 6 anni.
Fu una corsa ai corsi di ogni tipo, anche poco funzionali al progetto scolastico, che fece perdere la bussola sull'indirizzo formativo dei docenti. Più recentemente l'esigenza formativa è stata avvertita soprattutto dai precari che, pur di avanzare di qualche punticino in titoli nelle graduatorie, hanno sborsato anche cifre importanti per iscriversi al corso di turno.
Con la legge n. 128 del 2013 sono stati stanziati 10 milioni di euro per la formazione dei docenti. Pochi, troppo pochi per cambiare i numeri rilevati dall'Ocse: ma il governo attuale dovrà rimuovere gli ostacoli e tornare a incoraggiare la partecipazione dei docenti alla formazione, collegandola alla progressione di carriera.