Nella giornata di ieri Matteo Renzi, spiegando il suo ormai famoso programma dei 1000 giorni, ha anche specificato che per risolvere la questione del lavoro bisogna prendere come modello la Germania e la strategia che ha adottato quando, alla caduta del muro di Berlino, è riuscita ad assorbire milioni di disoccupati nell'arco di pochi anni. Se oggi la Germania è il Paese con il più basso tasso di disoccupazione in Europa, vuol dire che sono stati bravi. E dunque come funziona il modello tedesco che Renzi vuole importare in Italia?
Se sparavate in più tutele, avete sbagliato Paese: il modello tedesco è infatti il più precario di tutti.
Si basa infatti sui cosiddetti mini-jobs, ovvero piccoli lavori che permettono di lavorare per poche ore e pochi giorni a settimana, in modo tale da far guadagnare un po' a tutti. È come se ci fosse uno stipendio fisso che anziché andare ad una persona viene diviso tra due o tre. I mini-jobs sono lavori sottopagati, al massimo 450 euro al mese per legge, senza contributi pensionistici e senza tutele assistenziali. Oggi in Italia diremmo: lavori precari. Anzi, più precari dei nostri visto che molti dei nostri contratti a termine un minimo di tutela ce l'ha.
Ovviamente con un mini-job non si mantiene una famiglia, e molto spesso nemmeno un single ce la fa a sopravvivere, e allora accade che ogni tedesco faccia più mini-jobs, diremmo noi per arrotondare, ma non solo.
È vero che i lavoratori sono poco tutelati, però è vero che lo Stato li aiuta. Ai lavoratori del mini-job lo Stato versa un sussidio di 300 euro al mese, che con il lavoro fa già 750, a cui si aggiunge un aiuto per chi è in affitto che non può superare i 300 euro mensili. Ancora poco, certo, ma è meglio di niente. Per poter ricevere il sussidio, il lavoratore deve dimostrare di essere alla ricerca di un lavoro stabile ed è costretto ad accettare i lavori socialmente utili, quei lavori che nessuno vuol fare ma che permettono di racimolare il minimo per la sussistenza.
In questo modo i lavori in Germania sono sottopagati, tanto che mediamente alcuni mestieri sono pagati 1-1,50 euro all'ora, peggio dei Paesi del Terzo Mondo, ma d'altra parte meglio guadagnare poco che nulla, come accade in Italia. È anche questo il motivo per cui le aziende tedesche non hanno chiuso per aprire in Cina o in Slovenia, come invece accade da noi.
Il timore adesso è che se davvero Renzi vorrà un giorno introdurre il modello tedesco, potrebbe fare come fanno spesso i politici italiani, ovvero introdurre solo la parte che fa "comodo", quella del lavoratore sottopagato, senza però i sussidi statali.