Una pagina particolarmente contestata de La Buona Scuola di Renzi è quella che interessa la riforma delle supplenze brevi (incarichi di insegnamento inferiori a 10 giorni) al momento, per molti docenti, unico mezzo di acquisizione di punteggio nella Scuola dell'infanzia e primaria. In riferimento alla Riforma della Scuola proposta dal Governo Renzi, le supplenze brevi saranno eliminate apportando numerose conseguenze positive nell'apprendimento e continuità didattica degli studenti in modo particolare nelle scuole di base, infanzia e primaria. L'eliminazione delle supplenze brevi potrà, però, essere applicata esclusivamente con la costituzione di un organico di docenti stabili, di modo da incaricare, in caso di assenza del docente di ruolo, un insegnante con cui la classe ha già una certa famigliarità.

La Buona Scuola: eliminazione supplenze brevi

Alla pagina 24 del documento di Riforma della Scuola del Governo Renzi, si parla di eliminazione delle supplenze brevi nella scuola dell'infanzia e della primaria, ma anche nella scuola di istruzione secondaria di I e II grado, concependo questa "nuova metodologia di reclutamento" quale lo strumento necessario alla continuità didattica e a un maggiore apprendimento degli studenti. Le supplenze brevi, in relazione al documento de La Buona Scuola di Renzi, non apportano delle conseguenze positive sul piano didattico, in quanto hanno una durata di pochi giorni o settimane, e servono per copri­re l'assenza dell'insegnante di ruolo. L'eliminazione delle supplenze brevi sarà possibile tramite la costituzione di un organico stabile di docenti, che permetterebbe di ottenere la copertura dei posti con insegnanti con i quali gli studenti hanno maggiore familiarità, evitando, dunque, di assegnare i differenti incarichi di supplenza a docenti mai visti prima di quel momento. Il nuovo metodo di reclutamento escluderebbe totalmente la possibilità ai docenti di acquisire punteggio, possibili proprio con le supplenze brevi.



L'eliminazione delle supplenze brevi è un punto chiave nella Riforma della Scuola proposta dal Governo Renzi: i dirigenti scolastici potranno impiegare il tempo di ricercare i supplenti in modo più produttivo nell'ambito della propria sede scolastico, oltre ad ottenere una sensibile riduzione delle spese di stipula di contratto dei supplenti chiamati a ricoprire anche per un solo giorno l'assenza di un docente. Nel documento La Buona Scuola si evidenzia che per gli incarichi di supplenze brevi sono stipulati 1 milione e 800mila contratti di lavoro, della durata di 30 giorni al massimo per circa 112mila supplenti, distribuiti tra 51mila nella scuola dell'infanzia e primaria, 31.500 nella scuola secondaria di I grado e 35.700 nella secondaria di II grado. La stipula di contratti di lavoro per supplenze brevi ha differente incidenza durante l'anno scolastico (nel periodo invernale si arriva a 90mila) con incarichi per il 75% fino a 15 giorni nella scuola primaria, e fino al 90% per supplenze brevi sino a 3 giorni. L'eliminazione delle supplenze brevi comporterebbe, dunque, una forte riduzione degli incarichi di insegnamento e la mancata possibilità per i docenti-supplenti di acquisire punteggio. Un dato scoraggiante per milioni di supplenti che hanno intrapreso la carriera dell'insegnante o gli aspiranti che intendono percorrere questa strada: l'emilinazione delle supplenze brevi comporterà anche impossibilità di acquisire punteggio.