La pensione sta diventando sempre più una chimera impossibile da raggiungere per molti lavoratori, un po' come quando si nuota a largo e tanto più ci si sforza di tornare a riva, tanto più la marea ci spinge in là. Nella vita reale, la marea è la crisi economica che non attanaglia solamente i conti delle famiglie, ma anche quelli dello Stato. Basti pensare all'affermazione di oggi del Ministro Marianna Madia sui rinnovi dei contratti della PA, quando ha annunciato che anche nel 2015 i salari resteranno bloccati, semplicemente perché "in questo momento le risorse per sbloccare i contratti non ci sono perché l'Italia è ancora in una situazione di difficoltà economica".
Il tema è sempre quello e anche le spiegazioni si ripetono per tutte le categorie sociali: "in questa situazione di crisi l'alleanza è prima di tutto con chi ha più bisogno. Quindi confermiamo gli 80 euro". Parole molto simili a quelle pronunciate da Renzi durante un'intervista su Rai 3, in riferimento alla questione delle Pensioni Quota 96, quando disse che la priorità andava data agli esodati; ed anche le dichiarazioni del Ministro dell'istruzione Giannini hanno una simile impostazione di pensiero, quando chiese agli insegnanti uno sforzo per il rilancio della scuola.
È il bilancio a non permette di intervenire, ma le situazioni di difficoltà diventano croniche
La causa principale delle difficoltà a mettere la parola fine su tante situazioni di disagio derivano quindi dai conti; il Governo Renzi si attendeva una fase di moderata crescita e probabilmente ha basato le proprie possibilità di realizzare interventi risolutivi su di uno scenario differente rispetto a quello attuale.
Impossibile accontentare tutti, ed ecco allora che si tornano a chiedere sacrifici; ma la platea di chi aspetta la possibilità di una Riforma di Pensione Anticipata nel 2014 è resta davvero molto vasta, se addirittura non continua ad aumentare:
- esodati: rimasti bloccati al di fuori del mercato del lavoro senza la possibilità di accedere al pensionamento;
- Quota 96 scuola: lavoratori ATA e insegnanti che hanno già maturato il diritto alla pensione, ma che sono costretti a restare sul posto di lavoro fino a 7 anni oltre il dovuto;
- lavoratori precoci: coloro che hanno già maturato gli anni di contribuzione necessari al pensionamento e ora non possono accedere all'Inps a causa del parametro dell'età;
- e più in generale, tutti i dipendenti di età avanzata che hanno perso il posto di lavoro e che difficilmente possono trovare un nuovo impiego a causa della crisi e della rigidità dell'economia italiana.
Pensione anticipata 2014: come potrebbe realizzarsi la nuova riforma della previdenza
Resta evidente che vi è un problema a livello di struttura del sistema previdenziale, che manca della flessibilità necessaria per andare incontro alle esigenze dei contribuenti e di un'economia moderna.
Il Governo starebbe ora lavorando a una forma di pensione anticipata, i cui criteri di accesso sarebbero due: 35 anni di contribuzione e 62 anni di età. Sarà capace di trovare le risorse per finanziare davvero la misura? Sicuramente questo è ciò che si attende una larga parte dei sostenitori di Renzi. Solo il tempo potrà davvero rispondere.