La proposta del governo intitolata #labuonascuola non può nascondere ciò che di 'cattivo' si è fatto per la Scuola stessa nelle ultime settimane: il 'libro dei sogni', come qualcuno l'ha ribattezzato, sta cercando di mettere in secondo piano l''incubo' che, da oltre due anni a questa parte, stanno vivendo i 'quota 96', ovvero i 4000 insegnanti, ingiustamente penalizzati dalle carenze della legge Fornero.
Circa un mese fa, la bocciatura in Senato dell'emendamento al decreto della Pubblica Amministrazione, aveva destato scalpore soprattutto perchè mai come prima ci si era avvicinati al traguardo finale.
Ricordiamo ancora le parole del ministro Giannini che, all'indomani della bocciatura, aveva tranquillizzato l'ambiente parlando di un decreto ad hoc, da approvare in tempi brevissimi (si era detto entro la fine del mese di agosto) che riguardasse proprio i 'quota 96'.
A raffreddare le speranze, ci pensò poi il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che, in un'intervista, dichiarò che i 'quota 96', a differenza dei disoccupati, ce l'hanno un lavoro.
Pensioni, riforma scuola, quota 96, esodati: Cesare Damiano 'grave il silenzio del governo'
C'era scetticismo anche per la proposta di riforma della scuola ed, infatti, come si voleva dimostrare, nessun riferimento nel 'patto educativo' firmato Renzi-Giannini. A questo proposito è intervenuto
il presidente della Commissione Lavoro a Montecitorio, Cesare Damiano, che ha sempre dimostrato di avere molto a cuore il problema dei 'quota 96' e degli esodati in generale. L'ex ministro del lavoro ha denunciato, ancora una volta, la grave ingiustizia, sollecitando l'esecutivo ad un immediato: 'Vogliamo ricordare al governo - ha detto Cesare Damiano - che bisogna risolvere il problema di “Quota 96″ degli insegnanti'. L'appello assume i contorni del grottesco soprattutto in virtù del fatto che l'Onorevole Damiano lo rivolge al capo del suo stesso partito politico...
Intanto, i 'quota 96' continuano la loro battaglia e, sotto la spinta dell'ex magistrato Ferdinando Imposimato, sono più che mai decisi a presentare ricorso alla Corte Costituzionale.
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