La protesta della Polizia nei confronti del blocco degli stipendi della Pubblica Amministrazione fino al 2015 annunciato dal ministro Madia sembra aver trovato accoglimento da parte del governo Renzi che sta approntando le misure necessarie per attuare la deroga nei confronti delle Forze dell'Ordine. Servono però 800 milioni per garantire il rialzo degli stipendi per l'anno prossimo, 800 milioni che assicurerebbero l'abolizione del tetto salariale. 

A quanto pare, le risorse per il mese di novembre e dicembre 2014 sono state già trovate (sono circa 220 milioni di euro): ora resta il problema di come recuperare i soldi necessari per il 2015.

Ecco perchè il ministro dell'Interno, Angelino Alfano e quello della Difesa, Roberta Pinotti incontreranno presto il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi per discutere la questione e per scongiurare la clamorosa minaccia di sciopero della Polizia e dei militari, evento mai accaduto nel corso della Storia d'Italia.



Governo Renzi, Polizia e blocco stipendi PA 2015: parzialità e ingiustizia verso gli altri dipendenti pubblici?

A testimonianza della delicatezza della situazione, anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha preso in seria considerazione la vicenda, anche in qualità di Capo supremo delle Forze Armate, nonchè ex ministro dell'Interno.

Della questione si discuterà certamente la prossima settimana: è probabile che gli aumenti, se verranno deliberati, non verranno erogati secondo le normali tempistiche ma in maniera più graduale, dando la precedenza agli scatti conseguenti un avanzamento di grado piuttosto che quelli legati all'anzianità.

Di certo, se verrà concessa questa deroga alla Polizia (probabilmente tramite Decreto Legge ad hoc) le altre categorie appartenenti alla Pubblica Amministrazione non faranno certo i salti di gioia. 'Perchè alla Polizia sì e a noi no?' E' il caso, ad esempio, del personale della scuola che sta protestando, in questi giorni, per il cambiamento di trattamento economico che il governo Renzi vuole introdurre a partire dall'anno prossimo: si tratta di un aumento di stipendio (circa 60 euro lorde) che però riguarderà solo due terzi degli insegnanti e secondo il principio della 'meritocrazia' applicato, per di più, ad un maggior numero di ore di lavoro extra.