Regna il caos sul capitolo Pensioni e in particolare sul problema dei lavoratori disagiati, decine di migliaia di lavoratori rimasti nel migliore dei casi bloccati sul lavoro o del tutto tagliati fuori da impiego e previdenza, com'è avvenuto per i lavoratori esodati. Il problema nasce con la Riforma Fornero del 2011, quando sono stati improvvisamente innalzati i requisiti anagrafici per ottenere le tutele dell'Inps. A partire da quel momento si è creata una platea di persone rimaste di fatto spiazzate dalle scelte di risparmio previdenziale del legislatore.
Non stiamo parlando solo dei già citati lavoratori esodati, ma anche dei precoci che hanno iniziato in giovane età a versare i contributi e ora restano bloccati dall'innalzamento del requisito anagrafico, oppure di chi svolge lavori usuranti e fatica a mantenersi produttivo sul luogo di lavoro. Per non parlare dei quota 96 nell'istruzione, insegnanti e lavoratori ATA che hanno già maturato il diritto formale al pensionamento e nonostante ciò rischiano di restare bloccati tra i banchi di scuola per un periodo che può raggiungere perfino i 7 anni.
Dal Parlamento emerge il progetto Damiano sui pensionamenti flessibili
Come sottolineato ad inizio articolo, sulla questione si è assistito negli ultimi mesi ad una girandola di dichiarazioni, proposte, prese di posizione e smentite.
Il Governo ha infine scelto la via del basso profilo, anche perché la grave situazione in cui versano i conti pubblici e il ritorno in recessione dell'economia nazionale non permette di prendere impegni gravosi per il prossimo futuro. Di sicuro i tecnici dell'esecutivo stanno valutando la proposta arrivata dal Parlamento negli scorsi mesi, a firma del Presidente della Commissione lavoro Cesare Damiano sul ripristino della pensione d'anzianità abolita con la legge Fornero.
L'idea sarebbe quella di flessibilizzare l'uscita dal lavoro garantendo la pensione anticipata già a partire dai 62 anni con 35 anni di contribuzione, a patto di accettare una penalizzazione sulla mensilità erogata del 2% per ogni anno mancante rispetto ai requisiti formali attualmente in vigore.
Legge di stabilità 2015 e pensione anticipata: cosa farà il Governo Renzi?
Ora gli occhi restano puntati sulla prossima legge di stabilità, che sarà presentata al Parlamento nel mese di ottobre.
Di sicuro per il momento c'è la sesta salvaguardia dedicata a circa 32000 esodati, in approvazione al Senato; per il resto è stato il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti a parlare della possibilità di nuove misure di tutela, ma solo per una platea molto ristretta e previa l'accettazione di una penalizzazione da applicare sull'importo erogato dall'Inps. In questo senso, lo stesso Ministro sottolinea che il legislatore "per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico nel futuro, ha inteso comunque circoscrivere le categorie che possono accedere al pensionamento anticipato prima dei 62 anni senza l'applicazione delle penali". Forse in tal senso si può intendere anche la recente apertura di Renzi, che durante un'intervista al programma "Che tempo che fa" di Fabio Fazio, ha annunciato 20 miliardi di euro di nuove misure nella prossima legge di stabilità 2015, senza però fare esplicito riferimento alla questione previdenziale o dei lavoratori disagiati.