Buone notizie per i docenti della Scuola italiana. Nella busta paga di ottobre troveranno, oltre allo stipendio, anche gli arretrati per le utilità del 2012 ai fini della progressione retributiva di anzianità, meglio conosciuti come i "gradoni": si tratta di diverse centinaia di euro in più, oltre allo stipendio. Ne avrà diritto, quindi, chi avrebbe dovuto maturare gli scatti nel 2012, salvo poi veder posticipato il termine per la maturazione gli incrementi retributivi: nella prossima busta paga riceverà sia l'aumento che gli arretrati.

L'adeguamento dei livelli retributivi è stato disposto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze sulla base dell'accordo firmato lo scorso 7 agosto dai rappresentanti del Governo e dei sindacati Cisl, Uil, Snals e Gilda-Unams per il ripristino dell'anno 2012 ai fini della maturazione degli scatti di anzianità ed anche per il riconoscimento al personale Amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) di un emolumento una tantum a carattere stipendiale per il periodo che va dal 1 settembre 2011 al 31 agosto 2014.

L'accordo riguarda il 2012 la cui utilità fu cancellata dal Governo Berlusconi mentre gli anni 2011 e 2010 sono stati già recuperati con altri interventi normativi. L'accordo ha cancellato quanto previsto dall'art. 9, comma 23 del decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010 in base al quale, sia al personale docente che al personale Ata, gli anni 2010, 2011 e 2012 non sono utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti. L'obiettivo della disposizione era quella di ritardare la maturazione degli scatti di anzianità con una perdita di circa 1.000 euro per ciascuno dei tre anni, con effetti sia per quanto riguarda la retribuzione che per la pensione e per la buonuscita.

Le coperture finanziarie per questa operazione sono state recuperate dal fondo per lo straordinario del personale docente e non docente. Per il futuro, invece, il Governo Renzi ha già annunciato la volontà di rivedere il peso dell'anzianità di servizio e di puntare ad incrementi retributivi di circa 60 euro ogni tre anni corrisposti solo a due docenti su tre che abbiano raggiunto determinati obiettivi didattici, formativi e professionali.