Le linee guida di riforma della Scuola non ammettono possibilità di scelta: il docente precario che non sarà disponibile a muoversi in un'altra regione, in base alle esigenze di riorganizzazione delle cattedre disponibili, sarà depennato e non sarà assunto. Non ci sarà, quindi, una seconda chiamata ma, rispetto a quanto avviene attualmente, si punterà all'intensificazione del ricorso della mobilità quale strumento di riequilibrio delle cattedre vacanti.

Ciò significa che i docenti precari che sono presenti nelle Gae, le graduatorie ad esaurimento in attesa dell'assunzione in uno dei centocinquantamila posti promessi dal Governo Renzi per settembre 2015, in caso di rinuncia, rischieranno seriamente di non avere un'altra possibilità di essere immessi in ruolo.

Stabilizzare l'alto numero di docenti precari, che attualmente sono in numero eccessivo rispetto ai posti disponibili, sarà possibile solo se ci sarà la collaborazione dei docenti stessi che dovranno andare a lavorare laddove ce ne sarà davvero bisogno. Se nelle scorse settimane era stata alimentata la polemica sul fatto che troppi docenti provenienti dal Sud Italia toglievano cattedre ai docenti delle province del Centro e del Nord, questo processo migratorio sarà, presumibilmente, ancora più accentuato dal fatto che il numero maggiore di posti è disponibile proprio da Roma in su. E tale condizione sine qua non sarà disciplinata dal decreto di stabilizzazione sulla mobilità in sede di prima chiamata che sarà varato a gennaio, come preannunciato dal Premier Renzi.

L'obiettivo della stabilizzazione dei docenti provenienti dalle graduatorie ad esaurimento dovrebbe essere l'ultima, esaurendosi proprio nel 2015 e prevedendo, a partire dal 2016, il ricorso al solo concorso pubblico con reperimento dei docenti effettivamente necessari ai posti e alle cattedre vacanti. Nel frattempo, negli uffici del Miur saranno scandagliate attentamente le Gae e quelle d'istituto: sarà lasciata solo la seconda fascia i cui docenti saranno utilizzati per le necessità di supplenza non coperte dal nuovo organico funzionale. Anche per questi ultimi, oltre ai nuovi abilitati, le porte della Scuola potrebbero aprirsi con il concorso 2015 che verrà bandito nella prossima primavera: si prevedono 40 mila posti disponibili sui quali dovrebbero concorrere in circa 200 mila.