A pochi giorni dal varo della Legge di Stabilità è già possibile tracciare i primi bilanci: tralasciando cosa è stato fatto in questa sede ci preme sottolineare cosa non è stato fatto, con il mancato inserimento di tutta una serie di interventi riferiti a pensione anticipata 2014 e prepensionamento a tenere prepotentemente banco. Gli ultimi mesi erano stati caratterizzati da numerosi interventi di membri del governo Renzi (ministro Poletti in primis) e giuslavoristi che avevano paventato l’arrivo di potenziali novità previdenziali, e invece la Legge di Stabilità si è limitata a prevedere esclusivamente l’incremento della tassazione sui fondi pensione integrativi (si passerà dall’11,5% al 20%).

La mancata ratifica dei provvedimenti che erano stati annunciati in riferimento a pensione anticipata 2014 e prepensionamento non hanno lasciato indifferenti alcuni membri dell’universo politico, con il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano ad essersi detto profondamente deluso e il leader dell’Idv Ignazio Messina ad aver rincarato la dose confermando una volta di più l’assoluta necessità di tagliare le Pensioni d’oro e di abolire la Legge Fornero. In mezzo a tutto questo una marea di promesse infrante e di parole gettate la vento.

Pensione anticipata 2014 e prepensionamento: Legge di Stabilità ignorata, tutto da rifare ma adesso il quadro si complica

Come accennato in apertura, a margine della Legge di Stabilità non sono arrivate né le nuove forme di pensione anticipata 2014 annunciate a più riprese dal ministro Poletti né nuovi interventi atti ad estendere anche ai lavoratori privati parte delle norme attinenti al prepensionamento ratificate appannaggio dei dipendenti pubblici all’interno della riforma PA di agosto. Dal punto di vista della riforma della previdenza, la Legge di Stabilità è stata totalmente ignorata, con l’unico concreto intervento ad essersi materializzato nell’incremento del regime impositivo a carico dei fondi pensione integrativi (come accennato, si passerà dall’11,5 al 20%). E adesso? Adesso viene il tempo delle critiche, con il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano ad essersi detto deluso - ‘Ricordiamo al governo Renzi che esiste ancora il problema di rendere più flessibile l’uscita dall’impiego’ - e il leader dell’Idv Messina ad aver rammentato cosa andrebbe fatto per risolvere la questione previdenziale: ‘Il governo Renzi dovrebbe introdurre una patrimoniale a chi ha patrimoni superiori ai 5 milioni di euro al netto della prima casa, che potrebbero nelle casse dello Stato ogni anno per tre anni circa 8 miliardi di euro e un tetto massimo alle pensioni d'oro nette da 5 mila euro al mese’ ha sottolineato Messina, che accennando a pensione anticipata 2014 e prepensionamento ha poi sottolineato come la riforma Fornero andrebbe ‘abolita’. A complicare il quadro il fatto che in Legge di Stabilità non solo non si siano visti interventi riferiti a pensione anticipata 2014 e prepensionamento (anche la proposta di Damiano di prevedere una pensione anticipata 2014 fissata a 62 anni di età più 35 di contributi è stata ignorata) ma si è addirittura assistito a pesanti interventi tributari: ‘Mettendo insieme le misure relative al comparto previdenza e TFR in busta pasta inserite nella manovra del governo, si scopre che liquidazioni e pensioni sono state oggetto di un pesante intervento tributario’ - ha dichiarato il presidente di Unimpresa Paolo Longobardi parlando di previdenza e pensioni 2014 - ‘Il Governo Renzi aveva dichiarato l'intenzione di voler favorire i consumi, ma la sensazione è che in questo modo si otterrà l'esatto contrario’. Quando arriveranno a questo punto le nuove misure riferite a pensione anticipata 2014 e prepensionamento che risultino in grado di incrementare il livello di flessibilità del sistema previdenziale? Troppo presto per dirlo, vi invitiamo a servirvi della funzionalità ‘Segui’ posta sotto il titolo del pezzo per continuare a rimanere aggiornati.