Ci si interroga sulle possibili novità per le Pensioni 2014 - 2015, per l'opzione contributivo donne e le pensioni per precoci e lavori usuranti in particolare. Nonostante si avvicini il momento della verità, ovvero la nuova Legge di stabilità, il clima generalmente molto caldo attorno alle principali questioni relative alla previdenza è attualmente freddo: poche notizie, poche prese di posizione, quasi una cappa di silenzio. Cosa cambierà per le pensioni con Opzione contributivo donne e per lavoratori precoci o lavori usuranti? Mettiamo insieme quello che sappiamo fino a oggi e vediamo quali speranze vi sono di vedere concretizzate novità positive per gli interessati.

Le pensioni con Opzione contributivo donne sono risultate molto richieste nel 2014, ma il successo dell'iniziativa si scontra con la discutibile titubanza del governo Renzi: i tempi per richiedere il pensionamento con l'Opzione Donna sono scaduti da mesi per le lavoratrici autonome e scadranno tra novembre e dicembre per le altre lavoratrici, pertanto ci si interroga su quando arriverà la tanto attesa (e già più volte promessa) proroga dei tempi per l'invio delle domande per andare in pensione con il metodo contributivo, o proroga della stessa opzione per la pensione contributiva al 2018. Tutto fa pensare che la verità la scopriremo con la Legge di stabilità: si tratta di una misura che permette a fronte di un investimento relativamente contenuto grandi risparmi sul lungo periodo, pertanto ci sembra che le speranze di una proroga siano buone e - come le lavoratrici interessate - resteremmo piuttosto stupiti se il Governo Renzi volesse continuare a ignorare il problema.

Nel 2014 e 2015 per le pensioni dei lavoratori precoci e le pensioni per lavori usuranti le novità potrebbero essere notevoli oppure nulle: moltissimo dipende dall'attuazione o meno della riforma pensioni orientata alla flessibilità, che permetterebbe di andare in pensione anticipatamente a partire dai 62 anni di età con 35 di contributi, requisiti raggiungibili in contemporanea da molti lavoratori precoci, al costo di piccole penalizzazioni sugli assegni mensili.

Il problema è che il tempo passa e mentre si moltiplicano le prese di posizione in favore da parte di esponenti politici, sindacati, vertici INPS, cittadini e chi più ne ha più ne metta, dal Governo Renzi e dal ministro Poletti in particolare non giunge alcuna rassicurazione né alcun dettaglio sul possibile intervento. I costi della possibile riforma per le pensioni del 2015 appaiono molto elevati e con la Ragioneria di Stato che dimostra di continuare a pesare moltissimo anche in termini politici con il Governo Renzi, si direbbe che le possibilità di attuazione della riforma della flessibilità siano in realtà decisamente basse.

Anche a nostro giudizio si tratta di un intervento potenzialmente rivoluzionario per le pensioni dei precoci e per lavori usuranti, ma anche per gli altri lavoratori. Ci auguriamo pertanto che le nostre previsioni possano rivelarsi errate ma - a onor del vero - è difficile immaginare che l'esecutivo possa dare il proprio okay a investimenti economici di tale portata. A ogni modo, nelle prossime settimane scopriremo le vere intenzioni del governo: se volete restare aggiornati sul tema vi invitiamo a cliccare sul tasto "Segui" poco sotto il titolo del presente articolo.