La questione dei Quota 96 del comparto Scuola continua ad alimentare le polemiche. Il Governo non ha ancora trovato una soluzione per gli otre 4 mila lavoratori, tra docenti e personale Ata, che attendono di andare in pensione. Ci si attendeva un provvedimento urgente ed invece, ad oggi, ancora non si è giunti ad un accordo valido. Se da una parte sembrerebbe dirigersi verso il lieto fine la questione degli esodati grazie alla sesta salvaguardia, approvata recentemente in commissione Lavoro al Senato, dall'altra parte non sorridono i Quota 96 che si trovano ancora una volta nell'incertezza del loro futuro.

Si tratta di una storia infinita che dura ormai da quasi tre anni. Questa estate sembrava dovesse intravedersi la luce in fondo al tunnel ed invece non è stato così. Le ultime notizie dicono di attendere la nuova Legge di Stabilità, alla quale il Governo si metterà al lavoro soltanto fra qualche mese.

Intanto, negli ultimi giorni è giunta una nuova proposta da parte della senatrice Laura Puppato del Partito Democratico. La parlamentare ha chiesto al Ministero dell'Economia di poter attingere al Sec2010 per reperire i fondi necessari che consentirebbero ai Quota 96 di andare in pensione. Per chi non lo sapesse, si tratta di un metodo europeo tramite il quale vengono definiti principi e metodi per la contabilità nazionale.

Mediante il Sec2010 è possibile misurare in maniera molto più precisa il PIL del Paese, consentendo di liberare un maggior numero di risorse economiche. Nelle settimane scorse, l'Istat ha reso noti alcuni dati che vedrebbero l'Italia in miglioramento, con il rapporto tra deficit e PIL che passerebbe dal 2,8% al 3%. Questo 0,2% si tramuterebbe in circa 3 miliardi di euro, che potrebbero far comodo al Governo di Renzi per risolvere definitivamente il caso dei Q96.

Al momento, però, sia il premier che il ministro del Lavoro non sembrano intenzionati a dare ascolto alla senatrice Puppato.

Intanto, si prospettano settimane di scioperi in Italia. Venerdì 10 ottobre 2014 ci attenderà uno sciopero nazionale della scuola indetto dai Cobas, proprio per protestare contro la riforma messa a punto da Matteo Renzi; seguiranno le agitazioni sindacali del 24 e 25 ottobre 2014, proclamate rispettivamente da USB e CGIL. Le manifestazioni principali saranno a Roma, ma nelle altre città non si escludono proteste di lavoratori pubblici e privati contro le nuove misure presentate dal Governo.