Mentre si attende di conoscere quale sarà il destino di migliaia di lavoratori con la nuova legge di stabilità 2015, prosegue il dibattito sul tema delle Pensioni e della eventuale riforma acclamata da più parti: nodo centrale è la flessibilizzazione del sistema, dopo che ne è stata assicurata la stabilità e la sostenibilità grazie ai sacrifici della legge Fornero 2011. A circa tre anni dall'approvazione della precedente riforma sembra che tutti i nodi stiano venendo al pettine, tanti sono i lavoratori disagiati in attesa di una sanatoria o di una salvaguardia dal Governo.

Stiamo parlando di lavoratori esodati, rimasti senza reddito da lavoro e senza possibilità di accedere all'Inps; ma rientrano nella platea anche i lavoratori precoci, che hanno iniziato a darsi da fare in giovane età, oppure chi ha svolto lavori usuranti ed ora fatica a mantenersi attivo nello svolgimento dei propri compiti. Per non parlare dei tanti che sono rimasti disoccupati in età avanzata, ma che non hanno i requisiti necessari per accedere all'Inps. Di tutta questa platea, per il momento l'unica salvaguardia a tempo (con scadenza 2016) sembra poter arrivare per i lavoratori esodati.

Galloni (Inps): coperta troppo corta, così non ne usciremo. Serve intervento dei decisori pubblici

Allo stato attuale, resta sempre più evidente che senza un intervento dei decisori pubblici (ovvero di Governo e Parlamento), le risorse attualmente disponibili all'Inps non risulteranno sufficienti per risolvere le tantissime situazioni d'incaglio createsi con la Riforma Fornero.

A tal proposito, sono emblematiche le affermazioni di Nino Galloni, sindaco presente nel collegio Inps: "quando si discute di riforma delle pensioni, sembra sempre che si debba prendere una coperta corta e la si debba tirare da una parte o dall'altra. Non ne usciremo finché qualcuno si alzerà dal letto e andrà a prenderne una più grande".

È chiaro che i tagli effettuati negli scorsi anni sul comparto previdenziale hanno sì reso più sostenibile il sistema, ma d'altra parte hanno creato delle situazioni che ora richiedono delle nuove coperture per essere sanate. Risorse che è sempre più difficile trovare in un contesto di crisi economica e di difficoltà nel chiudere il bilancio, basti pensare al fatto che avere disoccupazione in aumento significa meno lavoratori che versano i propri contributi all'Inps.

La soluzione della pensione anticipata nella legge di stabilità 2015: via privilegiata, ma non potrà essere per tutti

Partendo dai presupposti appena elencati, in questi ultimi mesi il Parlamento e il Governo hanno vagliato un numero molto elevato di differenti proposte risolutive, alcune delle quali sono state oggetto addirittura di clamorosi dietrofront (com'è avvenuto per la sanatoria dei Quota 96). Al momento la soluzione più credibile sembrerebbe il progetto Damiano, che dovrebbe permettere il pensionamento con 35 anni di contribuzione e 62 anni di età; ma il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha già messo le mani avanti, anche nel caso l'idea dovesse riuscire ad entrare all'interno della legge di stabilità 2015.

"ci sarà un approfondimento su alcune criticità nell'accesso alla pensione anticipata nella prossima Legge di Stabilità". Purtroppo le risorse disponibili potrebbero risultare sufficienti solo per provvedimenti di salvaguardia ad hoc.