È una vera strage quella che stanno compiendo fondazioni ed enti lirico-sinfonici nei confronti del personale assunto anche a tempo indeterminato: dopo l'Opera di Roma ora tocca anche ai lavoratori del Maggio Musicale Fiorentino che ha dato il via ai licenziamenti collettivi - questa volta di personale tecnico e amministrativo - dopo che qualche mese fa erano stati effettuati i licenziamenti delle maschere che prestavano servizio da 10-15 anni per sostituirle con personale più "fresco".
Secondo quanto riferito ieri dal sindacato Slc-Cgil di Firenze, la decisione definitiva è stata ufficializzata dalla direzione del Maggio dopo che la corte dei conti - con comunicazione giunta alla direzione il 3/11/2014 - ha avallato il risanamento del Teatro secondo quanto pianificato dalla direzione stessa.
I licenziamenti collettivi saranno effettuati secondo la legge 223/91, il cui articolo 4 prevede la facoltà delle aziende di avviare le pratiche di mobilità dopo l'esame della situazione economico-finanziaria che deve avvenire con i rappresentanti sindacali e i rappresentanti di categoria. In seguito all'esamina della situazione poi l'azienda ha facoltà di procedere con i licenziamenti collettivi che devono avvenire entro 120 giorni. Il tutto in base alla legge 106/2014, art. 5, in materia di risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche, legge recentissima entrata in vigore il 31 luglio di quest'anno.
Una delle cose più vergognose è che la normativa legata al provvedimento sarà utilizzata retroattivamente: questo significa saranno applicate in modo retroattivo le condizioni economiche peggiorative stabilite dal nuovo contratto aziendale, pertanto con il conguaglio che ne seguirà i lavoratori non solo saranno licenziati ma dovranno restituire dei soldi in busta paga.
Oltre il danno la beffa. Il sindacato Slc-Cgil protesta e incolpa la gestione della fondazione del Maggio Musicale Fiorentino di aver portato l'ente al fallimento scaricando ora la colpa su lavoratori innocenti perché politica e istituzioni sono indifferenti e arretrate rispetto alla cultura del Paese e alla tutela del patrimonio italiano.
Il sindacato non esclude la possibilità di scioperi e mobilitazioni quando la procedura di licenziamento dovesse diventare effettiva; intanto in rete spunta anche una petizione per fermare il ministro Franceschini che si può firmare a questa pagina: updop.org/2014/11/09/fermiamo-il-ministro-franceschini-petizione/ . Certo che pensare che un diverso tipo di artista, sempre toscano, prenderà 4 milioni di euro per 3 puntate dei suoi programmi fa davvero riflettere.