A Susanna Camusso stanno troppo strette Jobs act e Legge di stabilità e indice uno sciopero generale Cgil di 8 ore per venerdi 5 novembre. Non ha il tempo ad annunciarlo che subito nei social - in particolare su Twitter - fioccano polemiche sarcastiche sul ponte lungo che permetterebbe ai lavoratori di stare a casa ben 4 giorni consecutivi (da venerdi 5 dicembre a lunedi 8 in cui cade la festa dell'Immacolata). Danilo Barci, segretario confederale della Cgil, contrattacca portando a favore dello sciopero del 5 dicembre la presunta ignoranza riguardo allo svolgimento dello stesso che non si protrarrebbe per 4 giorni: il 6 dicembre - infatti - si lavora, e la scelta della data è stata fatta cadere in concomitanza dello sciopero della scuola già previsto per quel giorno.

Allo sciopero di 8 ore se ne aggiungerebbero poi altre 4 su base territoriale.

Il fatto - Uil e Cisl pare che non siano d'accordo: Barbagallo (Uil) aveva chiesto alla Camusso di aspettare almeno fino al 17 novembre, data in cui i sindacati sono stati invitati a Palazzo Chigi in seguito alle manifestazioni dei lavoratori statali che si sono svolte sabato scorso - proprio le stesse manifestazioni che avrebbero convinto la rappresentante del Cgil a indire il nuovo sciopero. Per la giornata del 17 novembre l'incontro con i sindacati - a cui presenzieranno anche Delrio e i segretari di categoria dell'impiego pubblico - è stato indetto dal ministro Madia, il quale vuole chiarire il punto della riforma della pubblica amministrazione.

L'ordine del giorno prevede come punto principale le condizioni contrattuali dei dipendenti pubblici.

Dal canto suo, la Cgil è convinta dell'invito alle altre due organizzazioni sindacali nello scegliere proprio il 5 dicembre quale data per lo sciopero, nonostanre abbia comportato numerose accude sul web quali "pagliacci e buffoni" che approfittano del ponte lungo per fare vacanza. Massimo Gibelli - anch'egli Cgil - si schiera dalla parte del sindacato e della scelta della Camusso, e con parole taglienti addita i politici veri esperti nella polemica, alcuni dei quali non hanno mai lavorato, che secondo lui non tengono in considerazione - parlando di sciopero-ponte - fatica e sacrifici sostenuti dai lavoratori che ottengono in cambio salari scarni. Lo stesso addita i professionisti del polemizzare, che per lui sono i primi ad essere assenteisti e nullafacenti, pronti a vedere nei lavoratori solo muli che aspettano il ponte per andare a spassarsela in vacanza "perché è quello che farebbero loro".