Continuano i dibattiti e le discussioni parlamentari intorno alla riforma pensioni del governo Renzi. L'onorevole Ghizzoni del Partito Democratico, una delle componenti della Commissione Istruzione alla Camera, ha chiesto ufficialmente un'interrogazione parlamentare intorno alla vicenda dei Quota 96 alla luce dei nuovi dati diffusi dall'Inps. Intanto, sempre dall'istituto previdenziale arrivano news da parte del commissario straordinario Tiziano Treu che ha chiesto ufficialmente al governo Renzi di avere più coraggio e di pensare strumenti in vista di un'uscita anticipata e flessibile dal mondo del lavoro.

Ecco le news di oggi 21 novembre intorno alla riforma Pensioni del governo Renzi.

Governo Renzi, riforma pensioni: Ghizzoni, Poletti e la vertenza dei Quota 96

Non può certo dirsi conclusa l'odissea che stanno vivendo i cosiddetti Quota 96. Mentre tutti attendevano ancora una volta la risoluzione all'interno della legge di stabilità tramite un emendamento, ecco che arriva la bocciatura. Dopo quest'ennesima mancanza di volontà politica, a prendere la parola è stata la parlamentare Ghizzoni, da sempre vicina ai Quota 96, che ha chiesto ufficialmente al ministro Poletti di prendere una posizione precisa sulla questione. Lo spunto è stato dato dalla sentenza del tribunale di Salerno che ha permesso ad alcuni insegnanti appartenenti alla Quota 96 di andare in pensione con i requisiti precedenti alla riforma pensioni Fornero.

Insomma, ancora una volta sembra che a dover fare giurisprudenza debbano essere i tribunali.

Governo Renzi, riforma pensioni: Treu e pensione anticipata, più coraggio da parte del governo

Il commissario straordinario dell'Inps, Tiziano Treu, è intervenuto nel dibattito circa il possibile referendum abrogativo della riforma pensioni Fornero e ha dichiarato esplicitamente che sarebbe auspicabile che il governo Renzi intervenisse sulla materia previdenziale e aggiustasse le storture della legge Fornero.

Si tratta di un vero e proprio richiamo e il tema che Treu ha trattato è stato soprattutto la questione della maggiore flessibilità in uscita. È chiaro che nella nostra normativa previdenziale vi siano delle durezze e così è proprio Treu a richiamare la necessità di un cambiamento. Bisogna, comunque, ricordare che giace in Parlamento un ddl a firma Cesare Damiano che prevede un ritorno a un meccanismo simile alla pensione d'anzianità.

Potrebbe essere un buon punto di partenza: la proposta è che con 35 anni di contributi e 62 anni di età si possa andare in pensione, ammesso che l'assegno sia almeno una volta e mezza quello della pensione minima della propria categoria di appartenenza. Il sistema poi funzionerebbe con un sistema di penalizzazioni e premialità. In attesa di nuovi provvedimenti, è chiaro che il governo Renzi debba cominciare a pensare seriamente a una riforma delle pensioni che sia realmente complessiva e strutturale.