Prosegue il dibattito sulla riforma delle Pensioni, ma ad oggi ancora non si è arrivati ad una soluzione vera e propria che consenta il pensionamento di quelle categorie disagiate. Tra i pochi italiani soddisfatti negli ultimi mesi ci sono soltanto gli esodati, che finalmente potranno andare in pensione grazie alla sesta salvaguardia. Per gli altri, invece, ci sarà da attendere ancora un po', molto probabilmente l'anno venturo. Nell'attesa, però, continuano a giungere nuove proposte affinché venga trovata la giusta soluzione ai problemi di migliaia di lavoratori italiani.

Negli ultimi giorni era stato riammesso l'emendamento di Sel alla Legge di Stabilità riguardo ai Quota 96, ma questi non sono soltanto gli unici ad attendere risposte dal Governo. Troviamo anche lavoratori precoci ed usuranti. Per loro si prospetta un inverno magro, ma per la primavera la speranza è che sboccino delle novità. A tal proposito ci sarebbero un paio di proposte pervenute in queste settimane che sarebbero fattibili. Una concerne la pensione Quota 100 sottoposta all'attenzione di Renzi da Cesare Damiano, mentre l'altra riguarda la mini-pensione presentata dall'Inps, direttamente da Tiziano Treu.

Nel primo caso si tratterebbe di una pensione anticipata per tutti, purché sommando età anagrafica e contributiva si arrivi ad ottenere la cifra cento; questa soluzione potrebbe andare a risolvere i problemi di moltissimi lavoratori che sono stati danneggiati in maniera forte dalla riforma Fornero e sarebbe flessibile.

Flessibilità è proprio la parola che in molti chiedono al Governo di questi tempi, ma chissà se il Premier realizzerà i desideri degli italiani.

Nel secondo caso, invece, si tratterebbe di un prepensionamento offerto a coloro a cui mancano pochi anni al raggiungimento dei requisiti previsti dalla legge; una sorta di prestito concesso dall'Inps, che poi verrebbe restituito a piccole rate dalla quota mensile dal momento in cui il lavoratore andrà finalmente in pensione.

In quest'ultimo caso, lo Stato non dovrebbe mettere a disposizioni enormi somme di denaro, per cui resterebbe molto fattibile, ancor più della proposta di Cesare Damiano. Archiviata, quasi definitivamente, la proposta di pensione anticipata a 62 anni con 35 anni di contribuzione, dato che attuare tale misura sarebbero necessari ben 40 miliardi di euro.