Non si esaurisce il dibattito in tema di previdenza, prepensionamento e pensioni lavoratori precoci: domani, venerdì 7 novembre, scadranno i termini per presentare eventuali emendamenti alla Legge di Stabilità, ma stando alle ultime informazioni sul fronte previdenziale non dovrebbe cambiare nulla. La situazione a questo punto è ben delineata: da una parte c’è il caso Pensioni lavoratori precoci, una vertenza che potrebbe essere risolta con nuove misure attinenti al prepensionamento o con un’estensione (ovviamente ricalibrata) dell’opzione contributivo anche ai lavoratori di sesso maschile, dall’altra c’è invece un governo che continua a mostrare la più assoluta miopia mancando nel prendere in carico le tante questioni previdenziali ancora aperte.
Nel mezzo ci sono loro, i lavoratori, che complici un clima ormai insostenibile iniziano ad alzare la voce chiedendo di essere trattati ‘con dignità’. Restando al solo caso pensioni lavoratori precoci, le ipotesi sul tavolo sono piuttosto sfumate e parecchio confusionarie: non esistono misure studiate ad hoc per questa vertenza, ma alcune ipotesi - tra queste, la fissazione di Quota 100 come soglia di accesso al prepensionamento o l’istituzione di una sorta di Mini-Pensione per chi lasci l’impiego prima della scadenza - potrebbero interessare indirettamente la vertenza. Il nuovo scenario che si va profilando in questi giorni punta però in un’altra direzione: il governo sta discutendo per capire se esitano o meno i margini di istituzione di una proroga dell’opzione contributivo, l’istituto che consente alle sole donne di abbandonare l’impiego ad un minimo di 57 o 58 anni di età più 35 di contributi.
Alla proroga potrebbe però far seguito un’estensione dell’istituto ai lavoratori di sesso maschile, misura che se rimodulata potrebbe interessare anche il caso pensioni lavoratori precoci.