Continua a essere senza soluzione imminente il dibattito sulla riforma Pensioni di Renzi. Le ultime novità riguardo la pensione anticipata per le categorie di lavoratori più disagiate come i precoci, chi fa lavori usuranti, i quota 96 o gli esodati ci parlano di uno stallo della politica su queste situazioni. Gli unici spiragli sembrano poter essere il referendum abrogativo che la Lega vuole indire per abolire la Riforma Fornero del 2011 e una possibile soluzione di pensione anticipata chiamata "quota 100" di cui si è già discusso in passato, grazie anche alle recenti dichiarazioni di Treu.

Riforma Pensioni Renzi: le ultime sul referendum e sulla pensione anticipata

Riguardo la riforma pensioni di Renzi, partiamo dal referendum indetto dalla Lega e che ha ricevuto un primo segnale positivo dalla cassazione che ha accettato le cinquecentomila firme raccolte per poter proporre il Referendum Abrogativo. Adesso si aspetta il parere della Corte Costituzionale, visto che senza il suo favore il Referendum non potrebbe mai vedere luce. All'atto pratico sembra molto difficile poter vedere realizzato uno scenario che prevede l'abolizione della Legge Fornero, dal momento che si aprirebbe un buco di circa 80 miliardi di euro (messi a bilancio fino al 2021 grazie alla Legge) e dal momento che bisognerebbe poi ridisegnare completamente un sistema pensionistico.

Il Governo e i partiti questo lo sanno bene, e potrebbero quindi correre ai ripari con una modifica alla legge per consentire una pensione anticipata, almeno alle categorie più disagiate come i lavoratori precoci e le altre descritte in precedenza. Ma quale potrebbe essere la via? Probabilmente l'unica soluzione percorribile è la quota 100.

Riforma Pensioni Renzi: pensione anticipata e quota 100

Come dicevamo la proposta che sembra più sostenibile economicamente e senza esborso di grandi coperture finanziarie sembra esser la ormai famosa quota 100, una sorta di pensione anticipata, proposta già da Damiano e rilanciata recentemente anche dal presidente Treu.

In questo caso per andare in pensione servirà arrivare a 100, sommando l'età anagrafica del contribuente più gli anni di contributi versati. Ad esempio così si aprirebbe la porta per uscire dal mondo del lavoro a chi avesse 62 anni di età e 38 di contributi, o chi come i lavoratori precoci ha già 40 anni di contributi ma non ha l'età minima (in questo caso basterebbero i 60 anni di età). Per il momento però la voce di Renzi sulla riforma pensioni non si è ancora fatta sentire, e sarebbe bello che fosse anche il Presidente del Consiglio a dire quale soluzione si può adottare. Voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti e cliccate Segui (sotto al titolo) per esser aggiornati sulle ultime sulla riforma pensioni.