La discussione sulle Pensioni e sulle manovre da approvare nella prossima legge di bilancio per garantire maggior flessibilità in uscita dal mondo del lavoro non sembrano fermarsi nemmeno nella giornata di oggi 26 giugno. Dal sindacato della CGIL arrivano nuovi dubbi su quota 100 e quota 41, soprattutto in relazione ai punti che riguardano nuovi paletti anagrafici ed eventuali ricalcoli degli assegni pensionistici. Roberto Ghiselli a RadioArticolo1 ha detto: "Il governo è passato dall'idea di cancellare la Fornero a semplici annunci".

Ghiselli sulle Pensioni: 'Quota 100 per funzionare ha bisogno di condizioni che attualmente non ci sono'

All'interno della trasmissione radiofonica, il segretario nazionale della CGIL Roberto Ghiselli ha parlato a lungo di pensioni, spiegando che dal momento che il Governo è passato dalle promesse di abolizione della Fornero a "semplici annunci e spot improvvisati", mancano le condizioni per fare una vera discussione sulla riforma delle pensioni. Il punto principale della discussione gira intorno alla proposta del Ministro del Lavoro Di Maio: la famosa quota 100 che prevedere l'uscita dal mondo del lavoro quando la somma di età anagrafica e contributiva raggiunge il cento, ma con il vincolo di avere minimo 64 anni di età.

Ghiselli ha spiegato che quota 100 e quota 41 non sono eque poichè "Esiste il paletto dei 64 anni d’età e dei 36 anni di contributi, che di fatto penalizza tantissime persone". Il segretario poi prosegue portando degli esempi e spiega come a causa dell'abolizione dell'APE Social ci saranno lavoratori addirittura penalizzati dalla nuova riforma come ad esempio i disoccupati, i lavori gravosi, gli invalidi, e i cassaintegrati.

A queste categorie "addirittura andrà peggio di prima, perché l’Ape sociale comunque garantiva a questa platea l’uscita a 63 anni".

Pensioni: Le proposte del sindacato per superare la legge Fornero

Cosa fare quindi? Per il sindacato, è importante che chi lavora "Dopo 41 anni di contributi abbia la possibilità senza altri vincoli, di andare in pensione".

Inoltre secondo la CGIL va corretto il sistema contributivo che dovrà tenere conto di altri elementi come le carriere discontinue e il lavoro di cura delle donne che andrebbe valorizzato. In ogni caso Ghiselli conclude spiegando come il cardine della riforma deve essere la flessibilità in uscita e vorrebbe tornare ad una riforma simile a quella varata da Dini "Secondo la quale da una certa età in poi è il lavoratore che superati i 62 anni sceglie come uscire in base alle sue condizioni lavorative, di salute o familiari".

Flat tax e Pensioni d'oro: Nannicini attacca la proposta di Di Maio

Nei giorni scorsi Di Maio ha spiegato l'intenzione di tagliare le pensioni d'oro sopra i 4-5mila euro agendo su coloro che non hanno versato i contributi necessari per arrivare a questo importo, destinando così i tagli per un aumento delle minime.

Tommaso Nannicini, economista e senatore del PD ha commentato la proposta tramite il suo profilo facebook, spiegando come questo taglio delle pensioni d'oro non servirebbe a niente e che a causa della Flat tax quegli stessi pensionati d'oro si ritroveranno con un assegno a fine mese più elevato ancora.

Di seguito vi riportiamo il post integrale dell'economista, che conclude dicendo che "In termini di finanza pubblica, poi, a fronte di una minore spesa pensionistica di 115 milioni, si avrebbe una riduzione del gettito fiscale di circa 862 milioni, solo per aumentare il reddito dei percettori di pensioni d’oro, con un conseguente aumento del deficit scaricato sulle future generazioni. Il tutto su una platea di sole 30 mila persone.

Non male come risultato per chi si propone demagogicamente di tagliare i privilegi e redistribuire risorse a chi ne ha più bisogno".

Anche Orietta Armiliato, fondatrice del Comitato Opzione Donna Social ha commentato le parole dell'esponente del PD invitando ad una riflessione: "Nell’ottica di una basica 'alfabetizzazione di carattere economico' da parte di chi come il Senatore Nannicini sia per professione sia per cultura e sia per ruolo politico, è in grado di avere e dunque di porgere una visione oggettiva e reale dell’effetto di alcuni provvedimenti dei quali viene propagandata la bontà.