Il Governo Renzi, con la Legge di Stabilità, approvata dal Parlamento il mese scorso, ha introdotto una novità per i lavoratori dipendenti del settore privato. Tutti i lavoratori che hanno una anzianità di servizio presso un'azienda di almeno 6 mesi potranno richiedere il pagamento del Trattamento di Fine Rapporto (TRF) che sarà accreditato nella busta paga. Un grosso vantaggio per tutte quelle persone che hanno bisogno di liquidità anche se, questo aumento in busta, avrà una tassazione più elevata rispetto a quella prevista. Vediamo, nel dettaglio, come funziona.
1. Come si calcola il TFR?
2. Qual è la tassazione applicata al TFR?
Il TFR lordo è considerato reddito imponibile Irpef e quindi assoggettato all'aliquota marginale Irpef, oltre che alle addizionali Irpef regionali e comunali, che risulta essere più alta rispetto al valore dell'aliquota dell'imposta sostitutiva. Ovviamente, il reddito più alto dovuto al TFR mensile in busta paga, provocherà la diminuzione delle detrazioni eventualmente spettanti per i familiari a carico e per lavoro dipendente.
L'anticipo del TFR penalizzerà di più quei lavoratori che hanno un reddito più elevato rispetto a quelli con reddito più basso.
3. Quando si presenta la richiesta per l'anticipo del TFR?
Al momento non sono ancora state chiarite le modalità per effettuare la richiesta. Comunque, l'anticipo del TFR partirà dal mese di marzo e, per chi lo richiederà, ci sarà un vincolo fino al 30 giugno 2018.
La richiesta dovrà essere consegnata dal lavoratore direttamente al datore di lavoro, anche se non si conoscono i dettagli della procedura in attesa di specifica da parte del governo oppure dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS).
