Modificare la riforma Pensioni targata Monti-Fornero del dicembre 2011 è l'imperativo categorico di questo nuovo anno, per tutti. La ricerca di soluzioni il più possibile condivise si rende necessaria per evitare che si arrivi al referendum abrogativo della legge Fornero. Legge che viene difesa con tenacia dal Ministro alla Economia Padoan, in quanto unica che possa dare garanzie di entrate certe sino al 2021.

Si stima che siano oltre 80 i miliardi che la riforma Fornero darà di risparmi rispetto alle normative precedenti. Tutti ne chiedono modifiche: modifiche che dovranno essere approvate prima che la Corte Costituzionale si pronunci sull'ammissibilità del referendum abrogativo della rigida legge Fornero.

Cosa ne pensa Tito Boeri?

Interventi e modifiche volti ad introdurre maggiore flessibilità pensionistica, vengono richieste da più parti. A queste richieste si sono uniti in questi giorni d'inizio anno anche i pareri e le voci autorevoli di due protagonisti della vita politico-istituzionale italiana: quelli del neo presidente dell'istituto previdenziale, il professore bocconiano Tito Boeri e quelli del consigliere economico di Renzi, Yoram. Pareri che sono in contrasto con il Ministro Padoan, convinto della bontà della legge Fornero, poco incline a stravolgimenti strutturali della legge medesima.

Il neopresidente dell'Inps dovrebbe incontrare a breve il ministro dell'Economia Padoan. Da questo incontro potrebbero arrivare proposte interessanti. Indiscrezioni vogliono che Boeri rilancerà le sue proposte indirizzate su una modifica dei trattamenti delle pensioni d'oro e sull'ipotesi di introdurre un contributo d'equità.

Qual è il consiglio di Yoram Gutgeld?

Secondo il consigliere economico del premier Matteo Renzi la questione previdenziale dovrebbe essere posta all'attenzione dell'Ue, pur conscio delle difficoltà che una tale proposta possa comportare. L'Europa guarda i risultati a lungo termine, non gli effetti immediati. Gutgeld è convinto che "Anticipare la pensione sia pure con un trattamento inferiore a molti oggi potrebbe andar bene".



E la proposta di Damiano è ancora valida?

In piedi c'è sempre la proposta del presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, la "quota 100" o i 62 anni di età con 35 anni di contributi e penalizzazioni o incentivi a seconda che si decida di andare in pensione prima o dopo i 66 anni. Damiano non dimentica anche l'altra urgenza che si trascina ormai da tre anni: la necessità di chiudere il caso dei quota 96 della scuola, esclusi dal pensionamento per un errore, pur avendo raggiunto i requisiti vigenti al momento dell'approvazione della riforma Fornero.